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Non solo i rubinetti. Ora anche le casse dell’Alto Calore restano a secco. A pagarne le spese saranno i dipendenti dell’azienda che non riceveranno lo stipendio di agosto.

La doccia, rigorosamente fredda, è giunta con una comunicazione a firma del presidente Raffaele De Stefano e inviata alle rappresentanze sindacali.

“Per le note difficoltà finanziarie che sta vivendo l’azienda – si legge – si comunica che la retribuzione del mese di agosto 2017 sarà corrisposta al personale dipendente appena le condizioni economiche lo consentiranno”.

La chiosa – che pure rende la misura della grave crisi economico-finanziaria che sta travolgendo l’azienda di Corso Europa – è persino più preoccupante, se vogliamo, della notizia in sé, considerato che non restituisce nessuna certezza sui tempi di pagamento degli stipendi.

A pubblicare la missiva di De Stefano è stato Carlo Sibilia, deputato irpino del Movimento Cinque Stelle. Che nero su bianco ha messo anche la richiesta di un “commissariamento funzionale della dirigenza dell’ente Alto Calore Spa” e di un “concordato preventivo con i creditori al fine di sanare una situazione debitoria terribile e ormai insostenibile”.

Nel frattempo non si arrestano i disagi dovuti alla mancanza di acqua per numerosi comuni irpini e sanniti serviti dall’Alto Calore. Sul versante beneventano, in particolare, la crisi idrici si fa sentire nell’area del Medio Calore, con il sindaco di San Giorgio del Sannio Mario Pepe che, sollecitato dagli attivisti del movimento H2O, ha annunciato la convocazione per settembre di una “assemblea di chiarificazione” col presidente De Stefano.

“In quella sede – la certezza della fascia tricolore – avremo notizie più sicure e impegni più sostanziosi”. Insomma, manca l’acqua, mancano i soldi, ma non manca l’ottimismo, a quanto pare. Anche se, per la verità, non crediamo sia così diffuso.