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Questa volta non ci sono stati incontri e discussioni da fare, Oreste Vigorito è andato dritto per la sua strada, ufficializzando una decisione che aveva maturato da tempo, probabilmente già al termine della debacle di Monopoli. Marcello Carli ne ha dovuto prendere atto, avallando la scelta del suo presidente di interrompere il rapporto con Matteo Andreoletti. Quando il traguardo del “panettone” sembrava vicino, il tecnico bergamasco non è invece riuscito ad arrivare a Natale, pagando per tutti e non solo per i suoi errori.
Un progetto triennale, l’ennesimo, che si inabissa dopo appena cinque mesi dal suo varo e che adesso costringerà la società a trovare un nuovo allenatore in vista della seconda parte di stagione. Il “toto-tecnico” è già scattato, si va dalla suggestione del ritorno di Gaetano Auteri sulla panchina della Strega ad Alfredo Aglietti, passando per Pierpaolo Bisoli, fresco di esonero dal SudTirol maturato prima del 20 dicembre. Una decisione verrà presa a stretto giro perché la sosta non è poi così lunga, il 6 gennaio si tornerà in campo contro la Turris e alle porte c’è una sessione di mercato da strutturare, cercando di capire su quali profili di calciatori investire, anche alla luce di un eventuale cambio di assetto.
Discorsi che dovranno coinvolgere inevitabilmente gli stessi giocatori, i veri artefici del fallimento del progetto tecnico. Il Benevento si trascina dietro troppe zavorre, un rischio risaputo ma ignorato, nascosto come polvere sotto al tappetto. Azzerare del tutto il patrimonio tecnico la scorsa estate sarebbe stato impossibile, troppo onerosa e sanguinosa la retrocessione dalla B. Sarebbe servito del tempo e qualche sessione di mercato in più per cercare di eliminare tutte le scorie, invece ha finito per pagare Andreoletti come capita spesso nel calcio, è l’allenatore a finire alla gogna.
Il giovane tecnico di Alzano Lombardo ha commesso degli errori, è innegabile, ma le attenuanti non mancano. Gli è stata consegnata una squadra lontana dal suo credo calcistico, costringendolo a mettere da parte il 4-3-3 per provare a far rendere al massimo il materiale a disposizione. Ha dovuto “sprecare” l’intero ritiro di Roma, con il traffico in entrata e in uscita che si è intensificato solo a fine agosto. Ha dovuto fare i conti con calciatori ormai a fine ciclo, cercando di recuperare elementi che avrebbero potuto fare la differenza in C. Una missione fallita, a cui si sono aggiunti infortuni a raffica e altri equivoci, tattici e non solo. Agazzi regista è un esperimento mal riuscito, il ritorno di Ciciretti una scommessa persa, così come la speranza di recuperare un giocatore come Tello.
Un mix di problemi che non si possono attribuire al solo Andreoletti, il cui esonero farà felici molti ma che non deve essere visto come la panacea di tutti i mali. Andrebbero chiariti anche gli obiettivi, perché ricostruire impone tempo, pazienza e consapevolezza di poter ingerire qualche boccone amaro. Vincere è tutt’altra cosa, missione già di per sé complicata, a maggior ragione dopo una retrocessione. E’ la storia che lo insegna.