- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Apice (Bn) – Quando le proposte di miglioramento arrivano dal basso, dalla gente comune e non dalle istituzioni, vuol dire che la problematica di riferimento è reale, tangibile e fastidiosa. Nel caso di Apice, località Castiglione, questo tipo di fastidio è accentuato dal timore di essere bersaglio di atti di inciviltà, rapine e furti ai quali il quartiere è stato esposto troppo spesso negli ultimi dieci anni. E’ per questa ragione che circa cinquanta famiglie si sono attivate per provare a sconfiggere la minaccia attraverso un esempio di cittadinanza attiva.

Hanno scritto al Comune, all’Assessore alle politiche della sicurezza e mobilità, al Prefetto di Benevento e al comandante della Polizia Municipale del paese: “Le telecamere le installiamo noi, a spese nostre, serve solo la vostra autorizzazione”. E’ quanto chiedono attraverso una lettera scritta in maniera talmente semplice da non aver bisogno di alcuna interpretazione. Uno dei promotori dell’iniziativa, Michele Intorcia, ha spiegato ai nostri microfoni che la misura in quella zona è ormai colma: “Non se ne può più, il nostro quartiere negli ultimi dieci anni è stato più volte preso di mira dai ladri sia di notte che in pieno giorno. Sembra che i malviventi agiscano con troppa semplicità, i rimedi devono essere presi. Comprendiamo le difficoltà dell’amministrazione, del Comune e di tutte le istituzioni, per questo ci siamo offerti di pagare tutto a nostre spese. Attendiamo solo una risposta”. 

Al momento di risposte però non ne hanno ancora ottenute. La lettera è stata protocollata lo scorso 18 novembre, più di un mese e mezzo fa, ma è rimasta inascoltata: “Quello che intendiamo fare è forse visto come qualcosa di innovativo per la provincia di Benevento, ma nel Settentrione e nel nord Europa esistono comitati di quartiere che quotidianamente propongono iniziative di questo tipo. Non vogliamo che la nostra intenzione cada nel dimenticatoio, anche perché potrebbe rappresentare una vera e propria svolta per una zona residenziale esposta a troppi atti di inciviltà”. 

Alla missiva è stato allegato anche un preventivo per l’installazione delle telecamere: “Abbiamo individuato due punti di videosorveglianza nei principali passaggi di accesso al quartiere. Il Comune dovrebbe solo garantire l’accessibilità e fornitura elettrica, due pali per il fissaggio delle antenne e la possibilità di passaggio dei cavi dall’antenna alla più vicina fornitura elettrica. Abbiamo fatto stilare anche un preventivo a una società specializzata, la spesa sarebbe di circa duecento euro a famiglia, ma quel preventivo non è assolutamente vincolante. Vogliamo solo che l’opera venga realizzata”. 

Da non sottovalutare l’aspetto educativo dal punto di vista civico posto in essere dai promotori, come sottolinea lo stesso Intorcia: “Basta seguire i media, anche quelli nazionali, per rendersi conto che il periodo dal punto di vista della sicurezza non è certo dei migliori. Con questa idea noi vogliamo lanciare un segnale importante, di sostegno nei confronti delle forze dell’ordine e non di intralcio. Si sente spesso parlare di giustizia fai-da-te, concezione sbagliata in uno stato civile. L’idea e l’intenzione è supportare le forze di polizia nell’individuazione dei malviventi, e non sono rari i casi in cui le telecamere hanno contribuito al fermo di ladri poi consegnati alla giustizia. Crediamo fermamente nella nostra idea”.