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Una ripresa all’insegna delle polemiche. Terminata la pausa estiva, a palazzo Mosti maggioranza e opposizioni tornano a incrociare i guantoni.

E’ bastata la prima riunione della conferenza dei capigruppo, tenutasi questa mattina, a riaccendere la contesa. E questo perché non è piaciuta ai consiglieri di opposizione la decisione del presidente Luigi De Minico di convocare (leggi qui) il Consiglio comunale “bypassando” la discussione nelle commissioni. I debiti fuori bilancio posti all’ordine del giorno (leggi qui) della seduta di mercoledì, infatti, non sono ancora stati affrontati nella competente commissione Finanze.

Una mancanza di dibattito stigmatizzata con veemenza da Italo Di Dio.

E ancora, a far infuriare la minoranza di via Annunziata è l’assenza nell’odg del Regolamento per la Polizia Municipale. L’atto, si ricorderà, era stato già portato all’attenzione del Consiglio per la sua approvazione nel dicembre del 2018. Si decise, in quell’occasione, di ritirare il punto all’ordine del giorno per “ulteriori verifiche”. Trascorsi oltre otto mesi, però, del Regolamento non si è avuta più notizia.

Da quanto trapelato, la delibera sarebbe ora oggetto di attenzione da parte del segretario comunale e del dirigente agli affari generali. Una situazione di stallo che in diversi tra le fila dell’opposizione legano alle polemiche generate dalla nomina (provvisoria) di Fioravante Bosco alla guida del Corpo.

Infine, la questione più spinosa tra tutte: la sicurezza delle scuole cittadine. Anche qui bisogna riportare indietro le lancette dell’orologio. Risale al settembre del 2018 la richiesta di convocazione, da parte delle opposizioni, di un Consiglio comunale straordinario e aperto utile a fare chiarezza sulle “condizioni di salute” di tutti gli edifici scolastici di Benevento. A distanza di un anno, e alla vigilia della ripresa delle attività didattiche, Anna Maria Mollica (Movimento Cinque Stelle) e Italo Di Dio (piddino del gruppo Del Vecchio sindaco) sono tornati alla carica. Con tanto di aut aut: “O si convoca il Consiglio o si va in Prefettura a protestare”.