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Non è ancora il tempo di tirare il fiato per il Benevento. Il calendario di serie C impone un altro sforzo, l’ultimo di una settimana che ha portato in dote quattro punti alla Strega, tutti conquistati fuori casa. Un’opera da completare al “Ciro Vigorito“, dove lunedì arriverà l’ostico Potenza dei tanti ex e rigenerato dalla cura Lerda. Quattro punti anche per i lucani in due partite con il nuovo tecnico, ma soprattutto zero gol subiti nei confronti con Giugliano (0-0) e Sorrento (3-0).
A guidare il gruppo volti noti come Alastra, Gyamfi, Porcino e Asencio, oltre al direttore sportivo VarràNon Schiattarella che sarà costretto a saltare per infortunio il ritorno nel Sannio. L’attenzione, però, sarà rivolta soprattutto a chi la maglia giallorossa avrebbe potuto vestirla la scorsa estate: Salvatore Caturano. Il bomber partenopeo è stato l’oggetto del desiderio di Marcello Carli, senza che il direttore tecnico giallorosso riuscisse a vincere le resistenze del Potenza. “Mi sono confrontato con la società che ha espresso la volontà di farmi rimanere nonostante un’offerta molto importante dal Benevento”, fu il racconto a calciomercato concluso dello stesso Caturano. L’ammissione di come la Strega abbia cercato di mettere a disposizione di Matteo Andreoletti l’attaccante classe 1990, virando poi su Ferrante e Marotta per completare il reparto offensivo giallorosso.
Sarà il pericolo principale Caturano, come dimostra la doppietta messa a segno con il Sorrento, ma per il tecnico giallorosso ci sarà da fare i conti anche con la stanchezza e con una limitata possibilità di turnover. Gli infortuni e l’esigenza di ottenere risultati, considerando le prime avvisaglie di critiche, costringono Andreoletti a scelte precise e a farne le spese sono soprattutto i giovani.
Il tecnico, nel post partita dello “Zaccheria, ha ammesso come siano complicati i recuperi di Ciciretti e Pinato per il Potenza, assenze che si andranno a sommare a quelle degli infortunati Meccariello e Simonetti e dello squalificato Marotta, costretto a scontare l’ultimo dei tre turni rimediati dopo il Picerno. Defezioni che condizionano la turnazione soprattutto dalla cintola in su. Mentre in difesa Andreoletti può contare sulle carte Capellini e Terranova, in avanti la coperta appare corta, considerando anche un Tello non allineato al nuovo corso e tornato ai margini del progetto.
Situazioni che impongono scelte precise e non è un caso che il tanto invocato Bolsius sia stato tenuto inizialmente fuori anche col Foggia. L’olandese continua ad essere un fattore a gara in corso, riuscendo ad esprimersi meglio da subentrato che da titolare. Per Andreoletti, inoltre, rappresenta una delle poche carte da potersi giocare in base all’andamento della contesa. Scelte ponderate quelle del bergamasco, tenendo in considerazione sia l’undici di partenza che le possibili fasi della partita: l’ex Andria era uno dei pochi, se non il solo, in grado di cambiare volto del Benevento (basta leggere la panchina). Un copione che si riproporrà lunedì, quando i giallorossi chiuderanno il tour de force con i lucani dovendo fare i conti con le scorie dei precedenti incontri, valutando lo stato di salute di elementi come Agazzi e Ferrante, apparsi tra i più provati contro il Foggia.