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La difficile stagione socio-economico che il Sannio sta attraversando emerge in modo netto dal Rendiconto sociale del 2022 che l’Inps locale ha presentato oggi al pubblico. A prescindere dalle considerazione sul bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, i dati che emergono nella loro crudezza e forza sono i seguenti: le nascite sono in calo, da anni, ed ormai il numero delle morti è il doppio dei nuovi nati. Esiste una situazione demografica preoccupante dall’ultimo quadriennio: una riduzione da 270mila a 262 (202). E questo deriva da un calo delle nascite. La popolazione è costantemente in calo. I pensionati sono oltre 72000 e molti hanno una pensione minima. Strutturalmente l’economia difficilmente può reggere con questi numeri contrapposti.

A fronte di ciò desta qualche luce di speranza il calo delle domande relative alla Cassa Integrazione che si sono attestate a quota 2360 ovvero all’epoca pre Covid, mentre quelle per la Cassa Integrazione straordinaria sono state 829. Un altro dato è quello che i cittadini raggiungono 75-125 mila euro sono 1500 persone. L’inps nel quadriennio 2019-2022 ha dato una grossa spinta a liquidare le pratiche nei 100 giorni. Carlo Colarusso, che dell’Inps è Presidente provinciale, ha parlato di “territorio sofferente e ferito”, mentre Emma D’Auria, Presidente locale, ha voluto mettere l’accento sulla profonda sperequazione che si registra per dati di genere: le donne sono a quota 30% nel rapporto finale dell’occupazione rispetto al 70 % di quello maschile.

Colarusso nella sua relazione ha spiegato:”Abbiamo 72000 cittadini che non raggiungono un reddito superiore a 10 mila euro. Abbiamo dato uno sguardo in questi anni, ma quello che più ci preoccupa è che in questi 4 ultimi anni siamo stati a fianco delle persone più fragili e bisognose attraverso l’erogazione delle prestazioni in tempi più o meno brevi. Le forze sociali devono dare attenzione a queste realtà”.

Il sindaco Mastella ha parlato di una questione dirompente, quello del calo delle nascite: “Se non c’è questo risveglio tutto diventa più faticoso. Le politiche non sono ancora adeguate”. 

Robertino Ghiselli dell’Inps nazionale ha spiegato che è fondamentale che ci siano collaborazione tra enti: “In poco tempo non si possono fare miracoli. Fondamentale attivare i percorsi di ricollocazione ma la cosa più importante è creare lavoro, lavoro di qualità. Occorre dunque parlare di investimenti e sviluppo”.