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Benevento – L’eterno scontro tra tecnologia e umanità ha invaso ufficialmente anche il mondo del calcio. Lo ha fatto sottovoce, con una parola poco ingombrante (tre lettere) di cui ancora in tanti ignorano il significato. Già, perché se il Var (per esteso Video Assistant Referee) ha da una parte agevolato il compito degli arbitri, dall’altro rischia di togliere al pallone quella sua aura magica limitando l’istinto di ciascun tifoso. Stasera lo hanno “sperimentato” sulla propria pelle i sostenitori del Benevento, ma domani potrebbe capitare altrove.

Quando Lucioni ha depositato in rete l’1-1 a pochi istanti dal fischio finale contro il Bologna, il Ciro Vigorito è esploso in un boato. A nessuno (o comunque a pochi) in quel momento, è venuto in mente che Chiffi dopo aver assegnato il gol alla Strega potesse poi cancellarlo in nome del supporto tecnologico. I festeggiamenti sono durati circa un minuto, e quando la notizia dell’annullamento è stata ufficializzata, lo speaker stava ancora scandendo il nome del capitano giallorosso lasciando che i tifosi lo ripetessero.

Un ossimoro, una contraddizione. Ma sì, esageriamo pure: una pugnalata. Le immagini hanno chiarito la bontà della decisione e la correttezza del ripensamento, ma quando è calato il silenzio sullo stadio è sembrato quasi di aver incassato due gol nello stesso momento. Peraltro al novantasettesimo di una partita che il Benevento avrebbe meritato almeno di pareggiare. Per quanto riguarda la tecnologia, infine, siamo sempre lì. Come i social hanno eliminato le barriere disintegrando al contempo i rapporti umani, così il Var porta con sé non solo la perfettibilità, ma soprattutto il rischio di trovarsi a urlare per un gol, abbracciare il proprio vicino per diversi secondi e poi realizzare che non è vero niente. Se è l’alba di una nuova era, bisognerà spiegare alle proprie emozioni che qualcosa sta cambiando.