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Si è tenuta quest’oggi a Benevento, presso la storica sede sannita, una seduta di giunta della Camera di Commercio, adesso Irpinia-Sannio, che sta avendo una nascita tormentata e davvero poco edificante per i protagonisti finiti sotto gli occhi dei riflettori e all’attenzione della pubblica opinione. Va anche detto che l’iniziale attenzione dei lettori per questa spinosa gestione della nascitura Camera di Commercio sta lasciando il passo allo sconcerto per il balletto di dichiarazioni, a volte probabilmente inopportune ma sicuramente sempre poco attente alla situazione economica e sociale di gran parte degli associati rappresentati in giunta e in consiglio camerale. C’è una crisi globale in atto che a nessuno è ben chiaro se parta dalle famiglie e arrivi alle varie attività economiche oppure, al contrario, parta da queste ultime e si riverberi sulle famiglie. Di fatto c’è che occorrerebbe dagli organismi di rappresentanza di un istituzione così cruciale per un territorio già ridotto all’osso (vedasi anche le ultime classifiche di qualità della vita de Il Sole 24ore) una matura assunzione di responsabilità per provare a tutelare le esigenze dei rappresentati e sempre provare a trovare soluzioni per avviarsi all’uscita del tunnel della crisi di sistema. Invece, nulla di tutto ciò sta accadendo, viceversa, un ‘manipolo’ di intrepidi uomini e donne si sta accapigliando in pubblica piazza per bagattelle personali e certamente non per questioni programmatiche o economiche-sociali.

Quanto ci sarebbe piaciuto, anche da commentatori, osservare e scrivere di aspri litigi su programmi, fatti concreti posti in essere, su una competizione a chi operava meglio per i propri associati e quindi per la società. Ancora nulla di tutto ciò, la stampa e l’opinione pubblica (sempre più distratta e disinteressata alla vicenda) si ritrova a dover rincorrere comunicati, posizioni, distanze, riunioni (più o meno ‘carbonare’) per uno spicchietto di potere. Brividi. E con ciò senza voler certamente giudicare una parte in causa nella vicenda e nemmeno le parti contrapposte, se qualcuno riuscisse davvero a conteggiare con precisione quanti e quali sono le parti che si contrappongono, visto che sembra davvero un ‘tutti contro tutti’, senza costrutto e senza una vera finalità sociale. 

Solo ieri il presidente camerale del momento, Giuseppe Bruno, a margine di altro evento aveva dichiarato: “Non mi dimetto nemmeno se mi sparano”.

Così, continuando sulla scia di un racconto inutile che ormai interessa solo  ‘personaggi in cerca d’autore’, questa riunione sannita della giunta camerale programmata per questa mattina ha avuto il solito, previsto e purtroppo prevedibile nulla di fatto, proseguendo sulla scia delle inutili riunioni già tenutesi in terra irpina. Un consigliere, uscendo dalle stanze della riunione, ha dichiarato: “ma cosa volevamo decidere?”.
E lo chiede a chi è fuori ad attendere un esito finalmente positivo?

Sempre il presidente Bruno, stavolta a margine della riunione in terra sannita dell’ente che rappresenta, ha dichiarato: “Prendo atto di questa situazione indisponibilità a confrontarci sui problemi e porre in essere azioni di rilancio per il territorio e del sistema produttivo sannita-irpino di cui abbiamo la responsabilità in un momento davvero delicato. – ha sottolineato l’imprenditore irpino –  Probabilmente si arriverà al commissariamento dopo di che si avvieranno le procedure di riattivazione del consiglio che sarà di 25 rappresentanti anziché 33. Poi si assegneranno i seggi in virtù di settori e iscritti e si eleggerà un nuovo presidente e una nuova giunta. Il problema non è più Valisannio – ha proseguito Bruno – Dopo che ho precisato la mia intenzione di rilanciare l’ente. Valisannio va trasformata in ‘società house’ e snellita nella governance che dovrà essere capace di posizionarsi sul mercato per promuovere le imprese sannite e irpine in campo internazionale. Da parte mia c’è sempre stata ampia disponibilità alla discussione. Ho teso la mano a Mastroberardino (l’altro candidato alla presidenza camerale che riteneva di avere la vittoria elettiva in pugno in virtù delle dichiarazioni di voto della vigilia ndr) dal 19 luglio, ma si sono create contrapposizioni che non mi aspettavo dopo elezioni democratiche. Da parte mia c’è stima e considerazioni verso tutte le associazioni che, però, devono designare i migliori rappresentanti per occupare determinati posti anche perchè la Camera di Commercio è un ente pubblico non economico, ma non è una associazione, quindi deve rispettare regole e norme precise. in tal senso voglio che per certe posizioni venga valutata la meritocrazia e mi preme conferire incarichi ai migliori professionisti per occupare certe posizioni”.

Adesso ricomincerà il balletto di dichiaranti e dichiarazioni, ognuno al proprio confidente amico, e intanto la Camera di Commercio Irpinia Sannio va verso un sciagurato e poco edificante commissariamento. 

Camera di Commercio Irpinia-Sannio, Bruno: “Non mi dimetto nemmeno se mi sparano”