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Ultimo in classifica ma con il morale in decisa risalita. Il Perugia di Fabrizio Castori si appresta ad affrontare la trasferta di Benevento forte della vittoria ottenuta nell’ultimo turno contro il Venezia. I tre punti portati a casa dopo il confronto diretto con i lagunari hanno reso più solide le convinzioni dell’allenatore marchigiano, che sta plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza per provare a compiere un’altra piccola impresa. Di questo e dei temi caldi che precedono il match del Vigorito abbiamo parlato con il giornalista del Corriere dell’Umbria, Domenico Cantarini, che segue da vicino le vicende del Grifo.
Che aria si respira nell’ambiente perugino?
“Il recente successo sul Venezia è valso una buona iniezione di fiducia. La stagione, come noto, è iniziata malissimo e sta andando avanti in un limbo tra lo scoramento generale e la ricerca di un appiglio per pensare positivo. Ma nell’ultimo periodo la squadra sembra aver trovato una sua dimensione e una precisa identità. La mano di Castori inizia ad essere evidente e credo che la partita con il Venezia abbia chiuso il cerchio per quel che riguarda la ricerca dell’identità. Resta preoccupazione per l’handicap iniziale, tuttavia la classifica è corta”
Un’identità che passa per un modulo incentrato sulla difesa a tre. Che Perugia vedremo al Vigorito?
“Quello di Castori non è un 3-5-2 puro ma un modulo che presenta una variante precisa nel reparto offensivo. Uno dei due interni di centrocampo in fase d’attacco agisce sulla trequarti e contestualmente non capita raramente che uno degli attaccanti si abbassi andando a creare una sorta di 3-4-2-1 che alza il tasso di imprevedibilità della manovra”.
In difesa mancherà lo squalificato Curado, chi lo sostituirà?
“Sarà un’assenza pesante perché il reparto difensivo stava assumendo solidità in uomini e meccanismi. Il più accreditato è Rosi, con scivolamento al centro di Dell’Orco. Il sostituto ideale in realtà sarebbe Angella ma le gerarchie al momento lasciano intendere che si viaggi verso l’altra opzione”.
Il Perugia ha vinto una sola volta in trasferta ma lo ha fatto a Reggio Calabria, su uno dei campi più difficili.
“In altre circostanze avrebbe meritato più del pari, ma non è un caso che la squadra di Castori giochi meglio contro le cosiddette big perché gioca sul ritmo e sulle seconde palle con aggressività, come impone il gioco di Castori. Per questo forse negli scontri diretti fa più fatica, l’unica vittoria in questo contesto è stata quella con il Venezia, la più recente”.
Contro il Benevento cosa c’è da aspettarsi?
“Il Perugia proverà a sfruttare le debolezze e gli errori dei giallorossi, la porrà sul pressing con l’obiettivo di rubare costantemente palla e ripartire. Penso che la partita sarà impostata in questo modo”.
Dal Benevento in estate è arrivato Di Serio, come va giudicata la sua prima parte di stagione?
“E’ un giocatore molto interessante. Aveva iniziato bene, segnando in Coppa Italia, ma poi ha patito le difficoltà generali abbinate al fatto che è partito indietro nelle gerarchie. L’attacco del Perugia annovera sei giocatori e in una squadra che gira male è difficile imporsi. Il gol segnato a Reggio Calabria e alcuni sprazzi di notevole livello fanno ben sperare. Attacca benissimo la profondità, ha una buona tecnica. Il Perugia ci punta molto, quel che complica le cose è la stagione diventata estremamente difficile”.
E’ lecito attendersi un buon seguito di tifosi?
“Direi di sì, anche perché la B ha sempre fatto registrare numeri importanti nel Boxing Day. La trasferta nel Sannio poi è particolarmente sentita dalla tifoseria. Soprattutto negli ultimi anni Perugia e Benevento hanno dato vita a sfide appassionanti e avvincenti, l’appeal non va sottovalutato”.