- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

“Chiediamo un urgente incontro per discutere del futuro e delle problematiche dei 54 dipendenti che da circa vent’anni lavorano allo stir di Casalduni”. In una lettera inviata al presidente dell’Ato rifiuti Benevento, Giovanna Tozzi, è espressa tutta la preoccupazione dei dipendenti dell’impianto creato per lavorare la frazione “indifferenziata”.

“Vogliamo – scrivono – una volta per tutte una soluzione definitiva della problematica. Le nostre preoccupazioni aumentano giorno dopo giorno: il concordato in continuità presentato al tribunale di Benevento ancora non è stato discusso; la cassa integrazione a rotazione, oltre che tagliare dalla buste paga una parte sostanziosa del salario, sta causando grosse problematiche per la gestione. L’incertezza degli esiti del concordato, il ritardo dell’Ato congiuntamente a carichi di lavoro eccessivi a cui siamo costretti a sottostare per la carenza del personale collocato in cassa, sono tutti elementi che non ci consentono di guardare con serenità al futuro”.

I dipendenti precisano anche che l’aumento della tariffa rifiuti dipende solo in parte dallo Stir: “Per via dell’aumento della differenziata la quantità di rifiuti lavorata è diminuita considerevolmente obbligandoci, per ben tre volte, alla cassa integrazione. I costi aumentano non perché non sia conveniente fare la differenziata, ma perché sul territorio non sono presenti impianti adibiti alla ricezione dei materiali valorizzabili come carta, plastica, vetro e organico. Inoltre, il progetto dell’impianto di compostaggio (finanziato dalla Regione e approvato dalla Provincia) va a rilento e temiamo che per essere ultimato occorrano ancora diversi mesi”.

“Ecco perché – concludono i lavoratori – riteniamo che la costituzione dell’Ato sia l’unico strumento in grado di risolvere la questione rifiuti definitivamente”.