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Benevento – Edizione numero sette per “Cives – laboratorio di formazione al bene comune”. Dopo l’anteprima dello scorso 20 ottobre in cui si discusse di ‘Felicità pubblica e giovani beneventani’, nel pomeriggio si è tenuto l’incontro inaugurale che ha focalizzato l’attenzione sull’attualità dell’appello ai liberi e forti promosso da Luigi Sturzo nel gennaio del 1919, dunque quasi cento anni fa. Sono intervenuti nell’occasione Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro; Ernesto Preziosi, presidente dell’Associazione ‘Argomenti 2000’ e mons. Mario Iadanza, vicario episcopale per la cultura dell’arcidiocesi di Benevento. 

Presso il Centro di cultura ‘R. Calabria’, alla presenza di diversi studenti dei licei beneventani, si è parlato del concetto di libertà partendo da un’attualissima canzone di Lorenzo Jovanotti (“Viva la Libertà”) che ha stimolato il ragionamento portandolo indietro nel tempo attraverso gli interventi dei relatori incentrati principalmente sull’attività svolta dai partiti cattolici all’interno della vita politica italiana nell’ultimo secolo. 

“Nel 1919 don Luigi Sturzo dava inizio alla prima esperienza significativa del cattolicesimo all’interno della politica del nostro paese”, esordisce monsignor Iadanza. “Ancora oggi, andando a rileggere il suo appello, possiamo trovare dei tratti che si sono mantenuti immutati. Per certi versi è come se gli anni non fossero trascorsi. Crediamo che il suo esempio, che è poi stato l’elemento fondante anche dell’esperienza della Democrazia Cristiana nel dopoguerra, possa essere il fulcro di una nuova classe politica che prenda in custodia le problematiche dell’epoca moderna. Dobbiamo dare ai ragazzi un messaggio di laboriosità, di coerenza e di impegno. Ci dobbiamo credere ma devono crederci soprattutto loro”. 

Dello stesso tenore l’opinione di Ernesto Preziosi, docente di Pesaro eletto alla camera dei deputati nella scorsa legislatura tra le fila del PartitoDemocratico. “Non bisogna sottovalutare i problemi del presente. Ci troviamo a fare i conti con una realtà e con degli eventi che possono compromettere il futuro di intere generazioni. Quella di rispolverare le idee di don Luigi Sturzo è una provocazione utile. Grazie a lui si riformò un sistema elettorale e iniziò un lungo percorso che portò a creare anche infrastrutture importanti per la vita del paese. La provocazione sta in questo: unire le forze e creare finalmente qualcosa di nuovo per il futuro partendo dalle giovani generazioni”. 

Infine Ettore Rossi ha tracciato quello che è l’itinerario della settima edizione del Cives: “Il titolo di questa stagione non è casuale: ‘Cittadini che cooperano per il bene del paese’. Abbiamo scelto questo tema in onore di don Luigi Sturzo in un contesto in cui prevale la paura di agire. C’è tutta una serie di motivazioni che ci spinge a pensare che ciò che elaborava Sturzo possa stimolare una cittadinanza attiva. Ci rivolgiamo non solo ai giovani ma anche agli adulti. Vogliamo creare un ambiente di persone attento alle questioni del proprio territorio. Ci auguriamo che da questi incontri venga fuori qualcuno che negli anni possa impegnarsi sulla scena politica. Gli appuntamenti saranno diversi. Parleremo di centralità dei luoghi e di lavoro. Nei laboratori, che noi consideriamo il cuore del Cives, cercheremo di attuare riflessioni particolari sul territorio”. 

Il prossimo appuntamento è per venerdì 23 novembre alle ore 17 con ‘Liberi di vivere e lavorare al Sud’. Interverranno l’avvocato Danilo Parente, presidente provinciale Acli di Benevento e il professor Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud