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E’ stato l’eroe del 13 giugno 1999, Rosario Compagno. Il suo sinistro all’angolino basso al quarto minuto del secondo tempo supplementare della finale play off contro il Messina riportò il Benevento in serie C1 dopo varie delusioni. L’ex difensore, a margine dell’evento del Benevento Sport Village dedicato a quella gloriosa squadra, ha parlato delle emozioni provate e delle aspettative sul futuro della Strega. “Ho seguito tutte le vicissitudini perché quando si rimane legati a una piazza è così, si soffre per le sconfitte e si gioisce per le vittorie anche dopo aver smesso di giocare”, dice. “Secondo me la rosa era stata costruita per programmi ben più ambiziosi della bassa classifica, non mi sarei mai aspettato una retrocessione in serie C. Mi è dispiaciuto tanto, ma il campionato di serie B è sempre difficile e non ci sono partite scontate. Basti pensare ai nomi di chi è sceso: Benevento, Brescia, Spal e Perugia avevano tutte delle ottime rose”.

La società sta sposando la linea verde, a partire dal tecnico Matteo Andreoletti: “Il presidente Vigorito è una persona seria, la società è forte e sono sicuro che si rialzerà. Secondo me ci sono le possibilità per poter tornare di nuovo a campionati importanti per la città di Benevento. Servono calciatori giovani ma anche esperti perché la C è difficilissima, ai nastri di partenza ci sono società che spendono tantissimo ogni anno per provare a salire. Il Palermo, che è la squadra della mia città, ne uscì dopo i play off grazie a una serie di combinazioni, ma fu una vera Odissea. Il fattore campo farà la sua parte, come sempre in questi scenari”.

La serata di piazza Risorgimento ha permesso a Compagno, Bertuccelli e Dellisanti di riassaporare emozioni forti: “Anche la mia famiglia è rimasta legatissima a questa città, i miei figli andavano qui a scuola. Sono quelle annate che restano dentro per sempre perché racchiudono tante cose. Il mio gol fu solo la ciliegina, ma alle spalle c’era un gruppo forte, fatto di uomini veri e di idee di gioco importanti. Eravamo in grado di proporre un bel calcio perché eravamo uniti, questo è il segreto delle vittorie. A mio avviso il Benevento del futuro dovrà proseguire su questa strada. Negli spogliatoi ormai c’è sempre meno spazio per il dialogo, che è stato sostituito dai social. Noi vivevamo insieme anche il tempo libero insieme alle nostre famiglie. La voglia e il rispetto reciproco non devono mai mancare, spero che il calcio possa tornare alla sua dimensione umana che è quella che da sempre fa innamorare la gente”

Il Benevento del ‘99 rivive nei ricordi dei protagonisti: “Eravamo una famiglia”

Dellisanti: “Noi vivevamo la gente, qualche lacrima è scesa. Il Benevento deve rialzarsi”

Bertuccelli: “La retrocessione un dolore, ecco cosa serve ora al Benevento”