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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Filippo De Blasio, associato di Confcommercio Sannio, sull’attuale situazione economica legata all’epidemia Covid: 

“In qualità di storico rappresentante della Confcommercio, imprese per l’Italia e del Sannio beneventano invito cordialmente, tutti i colleghi commercianti, gli imprenditori del terziario, nonché, i rappresentati del mondo politico e sociale ad una profonda riflessione sulla condizione attuale della nostra società. Soprattutto, sulla sua evoluzione. E sui suoi sbocchi. Invito ad una cordiale riflessione sui bisogni dei nostri concittadini. Sulla loro evoluzione. Sospinta dai nuovi saperi e dalle nuove tecnologie. In particolare dalla intelligenza artificiale. Tecnologia che già percorre, in lungo e in largo, l’Europa. E non solo quella occidentale. Il coronavirus, il Covid-19, ce lo impone.

Il sistema distributivo, italiano e campano, è dentro questi processi. Per un verso li subisce. Per un altro li attiva. Li promuove. Li diffonde. Il nostro sistema distributivo, al momento, vive una grande fase di trasformazione. In conseguenza, risulta per parte, nuovo. Rinnovato. Per altra parte in corso di rinnovamento. E per la restante parte, in attesa di rinnovamento. Il processo della trasformazione non si ferma. Continua la sua corsa. Di latore e suscitatore di rinnovamento. In questo momento, però, “toppa” con delle difficoltà prodotte dal coronavirus. Da Covid-19. Purtroppo! In conseguenza, va accompagnato nel processo di trasformazione. Va sostenuto. Va sospinto.

Qual è la risposta della politica a queste esigenze? Promette, assegna provvidenze chiamate “ristori”. Promette e assegna. Ma, non le consegna ai destinatari. I ristori restano impegolati nelle tortuosità burocratiche. Nella difficoltà dell’Inps ad aggiornarsi. Ad avere procedure erogatrici rapide e snelle. Come quelle di riscossione.

I ristori sono adeguati, in questa fase? La risposta della politica, forse, è sbagliata. È necessario un piano di rilancio riservato al commercio che più che “rattoppare” i buchi che si sono creati sostenga l’attuale sistema nel suo sforzo di trasformazione. Non ristori, per i danni da coronavirus. Sussidi, aiuti, incentivi per spingere la trasformazione del settore terziario italiano. Verso il nuovo.

Dobbiamo avere un rispetto sacrale per quanti in questa fase sono impediti. Soffrono. Ancora di più per quanti hanno pagato, pagano e, forse, con la vita, ritardi, lentezze, insufficienze della politica. Di chi avrebbe dovuto rinnovare il sistema sanitario e non l’ha fatto. Per indolenza o per tornaconto. Per cecità. Questi signori si sono macchiati di colpe indelebili. Ne risponderanno forse non agli uomini. La politica è incapace, talvolta, di rendere giustizia. Di rispondere a questi bisogni. Ma certamente ne risponderanno ad un’Istanza superiore.

Or dunque… serve lucidità. Serve rispetto. Fermarsi a riflettere. Certo! Il cammino va ripreso. Bisogna iniziare a tracciare le linee fondamentali della futura società. Va ripensata l’istruzione. La scuola. La formazione professionale. Le forme di inserimento lavorativo. Il nuovo Welfare. Dico questo, con fermezza, riflettendo e facendo mie le parole del Presidente dell’Inps, Tridico, pronunciate nell’annuale rapporto presentato al Parlamento.”