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Crescenzo Cecere, intermediario calcistico di origini sannite, vive e lavora da sette anni a Milano. E’ partito con il sogno di entrare a far parte del calcio che conta ed oggi è uno degli intermediari emergenti del nostro calcio. Collabora con la Sport Service di Oscar Damiani, il suo punto di riferimento nella frenetica vita e attività milanese. L’ex giocatore di Napoli e Milan lo ha accolto e avviato alla pratica di intermediario calcistico, lui Cecere è entrato a gamba tesa nel meccanismo e negli ingranaggi ed oggi è uomo fidato della scuderia Damiani. 

Cecere ha incrociato il Benevento calcio in occasione della trattativa che ha portato Andrew Gravillon, suo assistito, prima nel Sannio e poi, durante questa finestra di mercato, al Pescara: “Gravillon è stata un’operazione – ha esordito Cecere – che ha soddisfatto tutti. Il Benevento lo ha acquistato dall’Inter in estate e lo ha ceduto al Pescara dove ha firmato un ottimo contratto. Sono beneventano e sarei felicissimo di un’impresa dei giallorossi, ma al momento credo che si tratti di fantacalcio. Il ritardo, nonostante le ultime due vittorie di fila, è ancora importante e non credo che il mercato di riparazione possa spostare gli equilibri più di tanto. La tegola Lucioni, poi, è un’ulteriore mazzata che pesa come un macigno, come atleta e guida in campo, il capitano è imprescindibile per le sorti del Benevento”.

Sandro, Guilherme, Billong e Diabatè e siamo solo all’inizio. Che mercato sta facendo il Benevento? “La classica campagna riparatoria di chi ha fallito in estate. Questa squadra andava solo modellata, non smantellata. C’era un gruppo forte e atleti che in massima serie potevano starci. Invece si è operato tanto e male, troppa improvvisazione. Sandro è considerato nell’ambiente un giocatore finito, con problemi fisici importanti ma se ha superato le visite mediche mi auguro che possa far bene. Basta leggere il numero di presenze delle ultime annate e la risposta viene da sola. Nel complesso penso che affari a gennaio non se ne fanno, è una finestra utile solo ai giocatori, poco alle società. Per questo penso che il Benevento abbia poche chance per portarsi in salvo, nonostante la grande voglia del presidente Vigorito di rivoltare la squadra come un calzino e lo spirito battagliero di un tecnico giovane come De Zerbi, che ha già dato un’impronta diversa alla squadra”.

In generale, il calcio italiano vive il momento più basso della sua storia recente. I talenti però non mancano. “Situazione imbarazzante. Basta pensare – ha concluso Cecere – che siamo senza allenatore della nazionale, privi di un presidente federale e non andremo al mondiale. Un quadro drammatico ma con qualche spiraglio: i giovani che non mancano e che possono fare la differenza. Mauro Coppolaro ad esempio, sannita doc che sta facendo benissimo a Brescia, lui che è stato preso da una società importante come l’Udinese, mentre credo che Cutrone sia il talento più di prospettiva del nostro calcio”.