- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Un fulmine l’ha colpito mentre giocava a calcio con i suoi amici. E’ morto così Muhamend Lamin Dampha, un giovane 32enne del Gambia, che per cinque anni è stato ospite del centro Accoglienza ‘Damasco’ a Cautano, in provincia di Benevento.

Il ragazzo era insieme con alcuni amici su un campo da gioco nel villaggio di ‘Jarra Ginoi’ in Gambia, nella divisione del Lower River, quando un temporale ha colpito la zona: pochi minuti e il fulmine ha centrato in pieno il 32enne. Immediati ma inutili i soccorsi: con un’ambulanza giunta subito sul luogo e i medici che, dopo aver tentato di rianimare la vittima senza successo, hanno solo potuto confermare il decesso del ragazzo. Anche alcuni suoi amici che si trovavano nelle vicinanze sono stati colpiti dall’onda d’urto provocata dal fulmine, e sono rimasti gravemente feriti.

In valle Vitulanese il ragazzo era ben conosciuto, e negli anni ha iniziato anche a giocare a calcio disputando vari campionati tra terza e seconda categoria. Nel Sannio Lamin era arrivato sei anni fa come richiedente asilo, ma quando era scappato dalla sua terra non poteva portare con se la sua famiglia. Pensava di avere maggiori opportunità nel nostro Paese ma alla fine, un anno fa ha deciso di tornare in Africa per riabbracciare sua moglie e i suoi due figli Jainaba e Bakary che non vedeva da anni. 

Tornato in Gambia nessuno aveva avuto più notizie di Lamin, fino ad oggi, quando alcuni amici che vivono in paese hanno appreso del triste epilogo. Una tragedia che ha scosso tutti quelli che in questi anni hanno avuto modo di conoscerlo come l’ex Responsabile del Centro Damasco che ad Anteprima24 dice: “Purtroppo Lamin non era riuscito a portare la sua famiglia in Italia e nell’ultimo periodo avvertiva l’esigenza di tornare in Africa. Dopo cinque anni lontano dalla famiglia se ne tornò in Gambia. Ha provato a restare ma l’affetto per i suoi cari l’ha riportato nel suo Paese. E tutti quei sacrifici che aveva fatto durante il suo percorso erano stati vani”.

“Era un ragazzo che si è fatto voler bene – continua -, tutti noi eravamo affezionati a lui. Lui ha cercato sempre di andare oltre i pregiudizi delle persone e di farsi conoscere. La notizia della morte che ci ha spiazzato. Fa male pensare che non ci sia più”.

LEGGI ANCHE 

Per partire ci vuole coraggio, per tornare ci vuole speranza: la storia di Lamin