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Benevento – Vent’anni di carriera, tredici maglie indossate, centocinquanta gol. Aniello Cutolo ha detto basta con il calcio giocato alla fine della scorsa stagione, chiudendo la sua esperienza dopo un quinquennio all’Arezzo di cui ora è il direttore sportivo in serie D. E’ iniziata una nuova vita per l’ex ‘enfant prodige’ dello Sporting Benevento (42 presenze e due gol in tre stagioni di C1 tra il 2001 e il 2005), che in giallorosso a inizio millennio ha completato il percorso nel settore giovanile per poi debuttare tra i grandi  e lanciarsi verso un ricco percorso. “E’ ancora forte in me l’emozione dell’abbraccio a Carmelo Imbriani dopo il mio primo gol nei professionisti. Lo segnai al Lanciano di Fabrizio Castori, fu un momento indimenticabile”. Il tecnico marchigiano ora siede sulla panchina del Perugia, prossimo avversario della Strega nonché altro ex club del Cutolo calciatore (33 apparizioni e 5 reti in C1 nella stagione 2008/2009).
A Santo Stefano un match tra due squadre che hanno deluso le aspettative?
“La classifica potrebbe dire questo ma bisogna guardare oltre i numeri. Il Benevento ha avuto davvero troppi imprevisti da fronteggiare, in alcune partite Cannavaro ha dovuto fare la conta dei disponibili e operare in certe condizioni è di per sé una grande impresa. Il Perugia ha pagato il valzer di allenatori, ma Castori sa come trovare la soluzione ai problemi. Mai dare per morte le sue squadre”.
Un ricordo di Benevento e uno di Perugia?
“Per il Benevento faccio il tifo, è la piazza a cui tengo di più perché è quella che mi ha aperto la strada del professionismo. A Perugia partimmo per vincere il campionato ma avemmo delle difficoltà. Riuscimmo a salvarci tranquillamente ma deludendo un po’ le attese”
Come ci si sente a stare dietro la scrivania dopo una carriera così lunga?
“Non ho avvertito il distacco, avevo in programma di iniziare una nuova vita e lo sto facendo in un club che conosco bene, in una piazza calorosa e dalla grande tradizione come quella di Arezzo. Vogliamo tornare in serie C, siamo distanti soltanto tre punti dalla capolista Pianese. I risultati sono in linea con le ambizioni”.
Riesce a seguire il campionato di serie B?
“Gli impegni sono tanti ma non riuscirei a farne a meno. E’ un torneo appassionante, il più bello sul piano dell’equilibrio. Ho collezionato oltre 300 presenze tra i cadetti e ogni gara può essere una trappola, non c’è nulla di certo e la B di quest’anno lo sta dimostrando e continuerà a farlo”.
Gennaio intanto si avvicina, che mercato sarà?
“Le big non vorranno farsi trovare impreparate. Quanto al Benevento devo dire che la rosa è già forte e nutrita, la dirigenza saprà come intervenire. Certe cose le puoi conoscere solo vivendo l’ambiente e Foggia non ha bisogno di consigli. E’ il mio punto di riferimento, ha iniziato a fare il direttore sportivo da giovane e non si resiste a lungo in questo mondo se non si è capaci”.
Uno dei suoi ultimi ‘colpi’ è stato portare Cannavaro a Benevento, pareri?
“Sbaglia chi pensa a Cannavaro come un allenatore emergente. Ha girato molto, ha accumulato esperienza e conosciuto culture calcistiche di ogni tipo. Non ha mai avuto tutta la rosa a disposizione ed è riuscito a far risalire la squadra ugualmente. Tutto lascia intendere che la scelta sia stata giusta”.
C’è un giocatore del Benevento che da direttore sportivo vorrebbe a tutti i costi nella sua rosa?
“Non riesco a sceglierne uno soltanto. I vari Forte, Ciano, La Gumina, Simy, Farias, c’è l’imbarazzo della scelta. Con Farias ho anche giocato a Padova, è uno di quelli che ti fanno fare il salto di qualità ed è comprensibile che non averlo a disposizione sottrae molto alla squadra”.
Ha citato diversi attaccanti, eppure il Benevento sta facendo fatica lì davanti.
“Sono momenti che capitano nell’arco di una stagione, devono solo passare. E parlo per esperienza. Quando hai calciatori di questo tipo sei in una botte di ferro perché la loro classe prima o poi verrà fuori nel corso della stagione”.
Molti tifosi temono che la rosa sia troppo ambiziosa per calarsi nella lotta salvezza. Può essere un problema?
“Non quando si possiede una struttura societaria di questo tipo. Vigorito è un imprenditore di successo che ha accumulato molta esperienza nel mondo del calcio. Ha portato il club a livelli altissimi, questo vuol dire che conosce bene le varie situazioni. Vedo il Benevento ancora in corsa per qualcosa di importante”.