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Benevento – Attendere o provare a intimorire? Un vecchio dubbio si riaffaccia nella mente di Inzaghi, che dopo oltre due mesi senza vittorie è obbligato a rivedere qualcosa nell’atteggiamento dei suoi. Se infatti fino a gennaio la solidità difensiva e le ripartenze fulminee avevano rappresentato un fattore, le ultime settimane hanno chiarito che per raggiungere la salvezza è necessario fare qualcosa in più negli ultimi trenta metri, nella zona in cui, in sostanza, si vincono le partite.

La sfida con la Juventus non figura certo tra quelle da portare a casa tutti i costi, ma pone comunque Superpippo davanti a una scelta determinante, a partire dal modulo da adottare. In caso di 3-5-2 il segnale sarebbe inevitabilmente quello di una squadra ermetica, destinata ad abbassare il baricentro per evitare l’esposizione al contropiede bianconero. Al contrario, con il 4-3-2-1 di base, oltre all’adattamento di uno o più uomini in posizioni diverse dalle loro attitudini, si opterebbe per una scelta più coraggiosa e certamente più offensiva.

Pirlo, fuori dalla Champions e dunque libero di concentrare tutti gli sforzi sul campionato, ha confermato in conferenza di voler schierare i suoi ‘fantastici 4’ tutti insieme: Chiesa, Ronaldo, Morata e Kulusevski. Una scelta che non gli garantisce alternative a gara in corso, ma che la dice lunga su quanto voglia essere aggressiva la sua Juve fin dai primi minuti. Trattandosi di giocatori letali nelle praterie, i dubbi del tecnico giallorosso su quanto alzare l’asticella sono più che legittimi.

Ciò che è fuori discussione, al netto delle dichiarazioni in conferenza sulle questioni legate alle scelte, è l’auspicio di un’inversione di rotta. La settimana che si era aperta con la tormentata vicenda legata al ritiro (poi revocato) è stata infatti intesa dalla società come un trampolino di lancio verso una nuova mentalità sulla quale costruire il Benevento del rush finale, quello che non dovrà sbagliare approccio soprattutto negli scontri diretti per arrivare al traguardo salvezza. Un barlume di quel Benevento, insomma, lo si vorrebbe vedere già domani.  

Di ostacoli da superare, tuttavia, ce ne sono diversi. A Torino il compito di Superpippo sarà reso ancora più ostico da due defezioni importanti sul piano della leadership come quelle degli squalificati Glik e Schiattarella, pilastri della spina dorsale della Strega. Eppure lì dietro il rientro di Caldirola può essere interpretato come un segnale. Il centrale di Desio, dopo un buon impatto con la serie A, si fermò proprio nella gara di andata a causa del brutto infortunio al menisco. Dal suo rientro non ha mai avuto un’occasione così importante per riprendere in mano quella difesa di cui è stato a lungo padrone. Gli avversari non sono gli ultimi arrivati, tra Palloni d’oro e Champions in bacheca, ma è dalle piccole svolte che spesso nascono le grandi imprese.