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Imu sulle aree fabbricabili: via libera dalla giunta di palazzo Mosti a un piano utile a cancellare le numerose vertenze in atto.  

Una situazione che a Benevento si trascina da anni e che ha origine nella delibera con cui nel giugno del 2013 il Consiglio Comunale provvedeva alla riclassificazione delle aree fabbricabili, determinandone i valori.

Dal 2013 in avanti, – ricorda la delibera approvata oggi dall’esecutivo Mastella – il servizio tributi ha elaborato e notificato un rilevante numero di avvisi di accertamento per il recupero dell’Imu nei confronti di contribuenti titolari di aree fabbricabili sulla base del valore venale unitario, ossia riferito al mq di superficie, attribuito alle varie aree individuate nella sopra citata delibera del 2013.

All’intensa attività accertativa del Comune ha fatto seguito un corposo contenzioso da parte dei contribuenti che di fatto contestavano, mediante perizie di stime, i valori delle aree fabbricabili in quanto ritenuti troppo elevati.

Buona parte delle opposizioni, in particolare negli anni tra il 2018 e il 2020, sono state gestite dall’Osl mediante il ricorso agli strumenti deflattivi della mediazione e/0 della conciliazione tributaria, ed avvalendosi del supporto delle perizie di stima redatte dal tecnico comunale che, di volta in volta e caso per caso, modificava il valore venale dell’area rispetto a quello indicato dalla delibera 2013, diminuendolo in modo significativo.

Solo un numero esiguo di contribuenti, circa un centinaio, però, ha aderito agli avvisi di accertamento e proceduto con il pagamento, con un incasso per l’ente e per l’Osl alquanto contenuto. Quattrocento, invece, i contenziosi tributari instaurati, “con esiti – si legge dalla delibera – non scontati a favore dell’ente e tempi di incasso lunghi”. Alto – quantificabile in un centinaio di istanze – anche il numero delle mediazioni in corso.

Impossibile andare avanti così, almeno nelle riflessioni dell’amministrazione: troppo elevato il dispendio di risorse umane e finanziarie. Inoltre, dall’attività accertativa messa in campo da palazzo Mosti è emerso “in modo indiscutibile” che i valori orientativi medi delle aree fabbricabili fissati nel 2013 non sono coerenti con il reale valore delle aree per gli anni di imposta successivi.

Una valutazione non nuova e infatti già nel 2019 l’Amministrazione aveva deliberato nuovi valori ai fini della determinazione Imu. “Tali valori orientativi medi di mercato per le aree fabbricabili – si legge nella delibera oggi proposta dall’assessorato alle Finanze – sono senz’altro applicabili oltre che per l’annualità di imposta 2019, anche per quelle precedenti, poiché si tratterebbe nel caso in esame, non di irretroattività normativa, ma di una valutazione compiuta in un determinato periodo ritenuta applicabile anche ad anni precedenti”.

Da qui la decisione di applicare alle annualità precedenti i valori indicati nel 2019 e non più quelli individuati sei anni prima. L’obiettivo è risolvere tutto il contenzioso tributario tramite mediazioni e conciliazioni, applicando criteri oggettivi che facilitano l’accordo e riducono, nel contempo, i tempi di attesa per il contribuente e quelli di incasso per l’ente.

Dal punto di vista operativo, con la delibera approvata oggi palazzo Mosti dà l’indirizzo al responsabile del contenzioso e al mediatore tributario di proporre al contribuente che ha impugnato gli avvisi di accertamento Imu di applicare i valori delle aree fabbricabili stabiliti nel 2019. Allo stesso tempo, saranno emessi nuovi avvisi di accertamento Imu per le annualità precedenti al 2019 applicando quale base imponibile i nuovi valori.