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Giornata intensa per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Un tour nel Sannio tra tagli di nastri e posa della prima pietra, un percorso in ambito sanitario con l’obiettivo di dimostrare ancora una volta la sua attenzione quando si parla di salute.

La prima tappa è l’Aorn San Pio dove, ad attenderlo, c’era il direttore generale, Maria Morgante e i direttori responsabili delle due unità, Alfredo Nazzaro e Marino Scherillo. Tutti insieme per il taglio del nastro di due nuovi reparti: “fisiopatologia riproduzione umana e diagnosi prenatale integrata centro PMA” e dell’”UTIC con emodinamica interventistica”.

Ad accogliere De Luca i vertici provinciali del Partito Democratico, l’ex parlamentare Umberto Del Basso De Caro e il consigliere regionale Gino Abbate, da qualche settimana passato da “Noi di Centro” di Mastella al Pd.

Inaugurazione e poi visita guidata per osservare reparti e macchinari di eccellenza, delle primizie in ambito nazionale. Un sentimento di orgoglio che ha toccato la dirigente e i due responsabili delle unità.

Si tratta di un servizio di eccellenza a Benevento – così ha iniziato il suo intervento il presidente De Luca. Si tratta di una giornata storica questa. Abbiamo cominciato il giro a Solofra. Ricordo all’epoca l’aggressione mediatica che c’è stata quando abbiamo chiuso. Oggi sono tornato e devo dire che abbiamo mantenuto la parola. Una struttura bellissima. Poi ci siamo spostato ad Avellino e adesso Benevento per chiudere un cerchio. E sono sorpreso ogni volta che vengo nel Sannio. Qui c’è una passione, un senso del dovere e di comunità che non si trova in altre parti e non si può acquistare. Avete nelle vostre mani la vita della gente, molto spesso la povera gente, e questa cosa mi ha dato grande coraggio”.

L’obiettivo, poi, si allarga e l’orizzonte diventa più ampio per De Luca.

Siamo in un paese di squinternati governato da squinternati. Almeno abbiamo conservato la coerenza, chi c’era prima non è diverso da chi c’è adesso. La sanità rischia il crollo e nessuno se ne rende conto. Non riusciamo a fare i turni nei Pronto soccorso, facciamo concorsi e non partecipano perchè la paga non è proporzionata all’impegno da mettere. Non è difficile mettere in piedi una programmazione sulla sanità pubblica. Possibile che nessuno abbia mai pensato al ricambio quando i medici vanno in pensione? Mancano 20mila medici e 70mila infermieri. Ci chiedono di aprire le case di comunità ma senza avere il personale diventa difficile pensare a tutto ciò. Ieri abbiamo fatto una riunione dedicata alla chiusura dei Ps, il tutto per una serie di problematiche. E noi ci consentiamo ancora il lusso di mantenere il numero chiuso a Medicina, un marchettifico, un camorrificio. Ora proviamo per l’ultima volta con un concorso unico regionale e qualche segnale incoraggiante lo abbiamo avuto, qualche medico sta tornando. Proveremo a usare tutti gli idonei per impegnarli nei Ps, magari con contratti a termine e con l’impegno di stabilizzarli non appena ci sarà l’opportunità”.

Un fiume in piena De Luca, come sempre del resto.

In questi giorni abbiamo scoperto cose veramente spiacevoli sui quali invito le Procure ad indagare. Alcuni ‘baroni universitari’ che scoraggiano i giovani o medici del sud che vengono una settimana all’anno nella propria terra e poi si portano i pazienti al nord per seguirli. Eppure qui abbiamo delle eccellenze assolute e il San Pio è una di queste, un grande ospedale che ha la sua storia e che ha saputo rialzarsi dopo l’addio di Catapano. Dopo un periodo di confusione, normale, ha dimostrato che la grandezza di un ospedale non è legata alla singola persona. E di questo oggi ne abbiamo la certezza”.