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Benevento – “E adesso come facciamo?”. E’ un mercoledì qualunque, le prime luminarie accarezzano corso Garibaldi. Due universitari sulla ventina sono seduti al tavolo di un bar in attesa dell’aperitivo. La giornata di lezioni deve essere appena finita, passano in rassegna un po’ di notizie e poi continuano a discutere: “Se Tuia non ce la fa, siamo messi male”. Seguono sguardi persi nel vuoto, forse anche un po’ figli di ciò che Benevento-Crotone ha rappresentato nel corso degli anni. 

In fondo lo scrivemmo qualche giorno fa, e chissà quante altre volte lo avevamo già fatto. La sfida con gli squali non sarà mai banale nel Sannio per gli strascichi dovuti alle disfatte consumatesi a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio. I ragazzi in questione – così come tanti coetanei – pur avendo ricordi sfocati delle prime dolorose esperienze, hanno sicuramente assorbito qualcosa dai genitori. Quel pessimismo, tanto lucido quanto profondo, ha radici definite.

Intanto l’aperitivo arriva, i discorsi si spostano su altro e dirottiamo le orecchie altrove. Ci pensiamo anche noi a come potrebbe essere la situazione senza Tuia, alle varie ipotesi tattiche e alle scelte che Inzaghi potrebbe mettere in campo contro gli storici rivali. Con un po’ di malizia l’allenatore giallorosso prova a giocarsi la carta della pre-tattica trovando in Pasquale Foggia un fido alleato. A venti ore dal match la presenza di Tuia viene confermata anche in conferenza stampa, quando vengono spazzati via tutti i discorsi sull’inevitabile ‘toto-sostituto’, viste le assenze già certe dell’infortunato Volta e dello squalificato Caldirola. 

Tutto tranquillo, allora, stando alle parole di Inzaghi. Eppure alla lettura delle formazioni ufficiali, ieri pomeriggio, era difficile definirsi sorpresi. Un po’ perché l’allenatore non è nuovo a un certo tipo di mosse, un po’ perché in fondo le voci corrono ed era comunque da impavidi credere a quel “mi sembra quasi al 100%” pronunciato da Super Pippo in conferenza. La scelta ricade dunque su Gyamfi, e a tanti fa storcere il naso. Il ghanese, terzino destro per natura, viene chiamato a ricoprire un ruolo non suo al fianco di Antei, contro la coppia di attaccanti più temibile e meglio assortita della serie B. Un banco di prova dalle difficoltà uniche, superato a pieni voti  tra l’enfasi e – giusto ammetterlo – un pizzico di meraviglia.

E’ comprensibile che anche Inzaghi, più che mai fiducioso in una risposta del ghanese, sia rimasto senza parole davanti a quanto visto in campo, spingendosi a paragonare il difensore scuola Inter a un’icona rossonera e della Nazionale come Franco Baresi. I numeri incoronano Gyamfi: dieci salvataggi, tre tiri bloccati, due intercetti e un solo dribbling subìto (nella ripresa, da Messias). Anche di testa le ha praticamente prese tutte, a dispetto di una stazza distante da quella di un colosso.

Christian Maggio, con fierezza, ha dedicato al compagno un pensiero dolcissimo: “Vorrei spendere due parole per questo ragazzo. Lo chiamo il ragazzo silenzioso, perché Bright parla poco, è educato ed è un professionista serio. per lui non era una partita facile per tanti motivi. Soprattutto giocare in un ruolo non suo e dopo tanto tempo non è assolutamente facile. Complimenti vecio, grande partita”. E se lo dice il capitano, c’è da crederci.