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“La misura è colma. All’indomani dell’ennesimo question time che si è tramutato, per esclusiva responsabilità delle minoranze, in una improduttiva maratona verbale, riteniamo che sia ormai ineludibile una riforma e una modernizzazione del Regolamento del Consiglio comunale che disciplini l’esercizio del diritto di produrre interrogazioni e interpellanze.
 
L’attività di controllo dell’operato dell’amministrazione è sacrosanta, ma la fabbricazione seriale di quesiti è un’attività di mero ostruzionismo ed è motivata spesso unicamente dalla ricerca di visibilità. Grandinano interrogazioni su qualsiasi tema, dalle facezie ai massimi sistemi, tutto è diventato un pretesto per effettuare questo forcing sconclusionato. Non ci siamo sottratti per dovere istituzionale, ma bolliamo questa forsennata pratica come puerile, di scarsa utilità e inopportuna quando, come accaduto, si sconfina in temi su cui l’amministrazione ha poteri limitatissimi o nessun potere.
 
L’interrogazionificio in servizio permanente effettivo che i gruppi di minoranza hanno messo in piedi non intimidisce nessuno, ma certamente sollecita questa maggioranza a ripensare il contesto normativo di riferimento. Le regole del gioco vanno rispettate ma anche aggiornate, soprattutto quando qualcuno gioca a fare il furbo o la vittima”.
 
I CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA IN CONSIGLIO COMUNALE E I PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI