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Benevento – “Il Ministro Salvini dovrebbe vedere queste foto: capirà cosa comporta in termini di sofferenze umane la sua decisione di chiudere i porti”.
Questa provocazione politico-umanitaria lanciata da don Nicola De Blasio, Direttore della Caritas diocesana, ha riassunto con maggiore forza il significato profondo di una carrellata di circa 50 scatti che raccontano le storie di vittime innocenti, frutto dell’attività di Giovanni Izzo in viaggio nei punti più caldi del pianeta.
 
La Mostra “Matres: donne dell’esodo“, aperta oggi presso la Sala Leone XIII della Curia Arcivescovile di Benevento, è stata presentata nella vicinissima Biblioteca Cardinale Pacca, alla presenza di Autorità religiose e civili. Fotografo di guerra, Giovanni Izzo è riuscito a cogliere in questi scatti le stimmate stesse delle sofferenza sui volti delle donne, vittime delle guerre, ma al tempo stesso è riuscito a raccontare la bellezza intrinseca dell’essere madre che, dopo aver donato la vita, coltiva anche la speranza di poter iniziare un nuovo cammino per il frutto del suo grembo. Sono immagini struggenti, spesso un vero e proprio pugno nello stomaco, che comunque toccano il cuore: per questo il Direttore della Caritas, in polemica con la politica sovranista ed arcigna del Ministro dell’Interno, il Vice Premier Salvini, ha voluto lanciare un messaggio preciso al leader della Lega, di cui è stata annunciata la presenza a Benevento il prossimo 6 maggio per la campagna elettorale per le Europee (LEGGI QUI).
 
Don Nicola ha voluto anche svolgere una riflessione a più ampio raggio sulla nostra capacità di rapportarci alla realtà: “la fotografia oggi ha perso il suo significato profondo ed il suo potere evocativo, ma questa mostra racconta la vita vera e la realtà più dura. La nostra società secolarizzata e travolta dai media sta perdendo i suoi afflati umanitari. Per questo Matres stimola la nostra memoria e sollecita una maggiore attenzione nei confronti del senso da dare alla nostra esistenza. La pace si fonda sulla realizzazione di relazioni tra gli esseri umani, non restando chiusi nel proprio guscio.”
Poi l’affondo a Salvini : “Spero di accompagnare il Ministro Salvini, quando sarà qui a Benevento, a visitare la mostra. Noi siamo qui pronti a dire nuovamente a lui e a tutti coloro che la pensano come lui che noi vogliamo il Mediterraneo senza croci. Chiudere i porti non significa nulla ed è anzi controproducente. Il messaggio dell’amore supera tutti gli ostacoli e tutte le barriere. C’è bisogno di una nuova cultura dell’accoglienza e del rispetto nei confronti dell’altro”.
 
Ha preso quindi la parola il Colonnello dei Carabinieri, Comandante provinciale dell’Arma, Alessandro Puel, il quale ha sottolineato che solo dove c’e amore, c’è anche la speranza.
Anche il sindaco Clemente Mastella ha fatto sentire la propria voce in materia di accoglienza: “Abbiamo bisogno di far crescere il senso della comunità e comprendere tutti che è necessaria una direzione di marcia diversa da quella che si vede in giro di questi tempi”.
 
Ha concluso la presentazione l’Arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca: “Dobbiamo tornare a pensare per elaborare un messaggio critico che sappia argomentare il nostro desiderio profondo di accoglienza. Nella nostra società fondata sulle scelte egocentriche dobbiamo tornare all’incontro con l’altro per comprendere il dolore dell’altro. Occorre guardare l’altra persona. Noi perdiamo ogni giorno i giovani. La chiesa deve riportare cultura e pensiero critico. Oggi la fotografia è diversa da quella di pochi anni or sono: oggi prevale il selfie che è una manifestazione di narcisismo perché il protagonista del selfie non è altri che se stesso, mentre nella fotografia tradizionale il protagonista era l’altro. Questo atteggiamento e questa rivoluzione culturale è la testimonianza più vivida di una società che ha perso di vista l’altro e che guarda invece solo all’interno di del proprio guscio, indifferente alle sofferenze altrui”.