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Dagli applausi di Trieste, una standing ovation per lui alla conferenza nazionale di Fratelli d’Italia, alle manovre di piccolo cabotaggio per ostacolarne la candidatura. Destino singolare per Pasquale Viespoli. Che non sarà della partita elettorale. Ma chi ha avuto modo di ascoltarne l’intervento ad Avellino – con lui anche Franco D’Ercole e diversi dirigenti regionali, come Arturo Meo, oltreché irpini e sanniti di Fratelli d’Italia – sa bene che il punto non è questo. “La candidatura non l’avevamo chiesta ma l’avremmo accetta anche se in maniera simbolica per dare il senso di una storia che continua – la sintesi di Viespoli”.

Invece in campo ci sarà Massimiliano Carullo, sindaco di Mercogliano. Tutta un’altra storia. Un fratellino dell’ultima ora, per intenderci. Più vicino al centrosinistra che al centrodestra e ancora di più vicino a Vincenzo De Luca. E infatti di scelta di desistenza, non a caso, ha parlato Viespoli. Certo una decisione sorprendente per un partito che fa dell’identità uno dei suoi tratti distintivi. Concetto ripreso e rafforzato da D’Ercole e dallo stesso Meo: “è mancato il rispetto per chi è sempre stato dalla stessa parte – ha tuonato il vice coordinatore regionale”.
Per tutti diventa difficile ora sostenere Fratelli d’Italia in campagna elettorale. La stessa permanenza nella formazione della Meloni è tutt’altro che scontata: “Vedremo se in questo partito ci sarà spazio per il dissenso”.