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Benevento – Questa volta, va detto, è stato di parola. Oreste Vigorito lo aveva preannunciato a dicembre che non ci sarebbero stati “fuochi d’artificio. Chi sperava nel bluff del presidente è dunque rimasto deluso. Fino all’ultimo i tifosi del Benevento hanno accarezzato l’idea del grande colpo, o meglio del grande ritorno. Fabio Ceravolo è invece rimasto a Parma, così come non ha preso la strada per il Sannio nessuno dei grandi nomi circolati e accostati alla società di via Santa Colomba. I giallorossi si sono accontentati di puntellare la rosa, portando a casa due acquisti e mezzo, perché quello di Armenteros è di fatto un ritorno ai piedi della Dormiente. Si spera che proprio lo svedese, per il quale Bucchi sembrerebbe stravedere, possa trasformarsi in quel colpo mancato, nel giocatore capace di fare la differenza nel campionato di serie B. Cosa che non gli era riuscita in A con addosso la maglia del Benevento, tanto da convincerlo a volare in America, arrivando a un passo dalla conquista del titolo MLS.

Pasquale Foggia si è limitato a consegnare a Bucchi un volto nuovo per reparto. In difesa è arrivato Caldirola, un investimento, una scommessa per adesso considerando che il mancino cresciuto nell’Inter ha calcato raramente l’erba negli ultimi anni. Sulla carta si tratta di un rinforzo importante ma in campo, come spesso sottolineato proprio dall’allenatore romano, non va certo il curriculum. Spetterà allo stesso ragazzo tornato in Italia dopo l’esperienza tedesca cancellare i dubbi sul proprio conto, vincendo lo scetticismo e convincendo la stessa società a far valere l’opzione presente nel contratto, allungando l’accordo fino al 2021 e non facendolo scadere a luglio dopo soli sei mesi. In un reparto che ha perso Billong, il solo calciatore che la dirigenza è stata capace di piazzare altrove, i titolari attualmente restano Volta, Antei e Di Chiara, in attesa che gli altri (Tuia, Costa e lo stesso Caldirola) sovvertano eventualmente le gerarchie.

A conti fatti, dunque, l’unico papabile a vestire una maglia da titolare appare essere Crisetig. Già contro il Venezia potrebbero essergli affidate le chiavi del centrocampo, permettendo a Viola di ritrovare un’adeguata condizione dopo il lungo periodo di stop. Potrebbero addirittura giocare insieme i due un domani, con Bucchi che starebbe pensando di cucire addosso al calabrese un nuovo abito, schierandolo da mezzala proprio come succedeva con De Zerbi. Nell’allenamento di mercoledì all’Avellola, Viola è stato provato costantemente in quella posizione di campo, lasciando a Crisetig, da una parte, e Del Pinto, dall’altra, l’incombenza di piazzarsi davanti alla difesa, nella posizione di vertice basso dei cinque di centrocampo.

Una soluzione da tenere in considerazione, mentre altre situazioni assumono i crismi della certezza con la chiusura del mercato invernale. Detto di Di Chiara, da annoverare nel trio difensivo e solo all’occorrenza da considerare esterno, rispetto a inizio stagione sono anche altri i calciatori da reinventare in toto. Lo impone il cambio di modulo, il passaggio ormai definitivo dal 4-3-3 al 3-5-2. Improta, allora, diventa un laterale tutta fascia, Buonaiuto si trasforma in una mezzala offensiva, mentre Ricci e Insigne andranno a contendersi il ruolo di seconda punta in un reparto che conta cinque pedine a disposizione di Bucchi. La sesta, quella tanto sognata e desiderata alla luce di un posto over rimasto scoperto proprio come in estate, è svanita insieme al calciomercato.