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Il Tribunale di Benevento dedicherà una settimana al ricordo della figura del giudice Rosario Livatino, magistrato siciliano che ha operato per tutta la sua carriera nell’agrigentino e assassinato per mano mafiosa nel 1990.

La mostra multimediale “Sub tutela Dei” presso il foro sannita si è aperta il 20 maggio e si concluderà il 30.  Questa mattina, presso l’aula principale del tribunale beneventano ‘Falcone e Borsellino’, si è tenuto il convegno per ricordare ancora e apprezzare nuovamente la vita e le opere del giudice ragazzino”, dichiarato beato dalla Chiesa il 9 maggio 2021, che quando fu assassinato aveva soltanto 37 anni, quel disgraziato 21 settembre 1990, mentre alla guida della propria auto si recava in Tribunale.

Il convegno è stato presieduto dall’avvocato Stefania Pavone, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, dalla dottoressa Marilisa Rinaldi, Presidente del Tribunale di Benevento, dal dottor Aldo Policastro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, dal sindaco Clemente Mastella, dal prof. Gerardo Canfora, Rettore dell’Unisannio e dal prof. Vincenzo Verdicchio, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza dell’Università degli studi del Sannio. Il convegno è stato introdotto e moderato dall’avvocato Emilia Biondi, Presidente Laf Benevento. Inoltre, presenti al convegno i relatori: Paolo Tosoni, avvocato penalista in Milano e Curatore della Mostra e Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica del Tribunale di Avellino e Vice Presidente del centro Studi Livatino.

La mostra prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio che rievoca l’agguato e che introduce al percorso.

Le varie sezioni presentano i vari momenti della vita del giovane magistrato: a partire dal giorno dell’agguato e della sua uccisione, viene poi presentata la sua formazione personale ed umana, con il riferimento alla sua famiglia, al contesto storico del suo tempo e alla sua profonda religiosità. Viene poi presentata la sua formazione professionale e il suo operato come giudice, rilevando come al difficile contesto sociale ed alla scarsità di mezzi egli abbia risposto mettendo tutta la sua intelligenza, la sua passione, il suo impegno ed il suo estremo rigore professionale nella ricerca della verità e della giustizia al servizio del bene comune, tanto da attirare l’attenzione dei mafiosi, che decisero di eliminarlo.