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La maturità e la consapevolezza, la crescita e lo sviluppo di sonorità. C’è tutto questo nel primo album fisico del rapper sannita Tamburo. ‘Randagi di Dio’, questo il titolo, va proprio in questa direzione, richiamando un capolavoro del cinema, ‘City of God’ basato su quel mondo a parte che si chiama favela e che ha base a Rio De Janeiro.

La presentazione c’è stata questa mattina a Palazzo Paolo V, presentata da Teresa Ferragamo e con la partecipazione dell’esperto Ernesto Razzano.

La voce delle periferie del mondo, la voce della periferia di Benevento, attraverso un racconto fatto di verità, quelle che difficilmente si dicono e che, ancor più difficilmente si accettano. La visione di una realtà troppo spesso oscurata, sogni interrotti di ragazzi ai quali la vita ha consegnato un percorso in salita, poco agevolato.

Non è più il Tamburo di inizio carriera, adesso il rapper bveneventano vive una fase che gli consente di raccontare la sua storia con un’idea diversa, senza dover, per forza, rinnegare un’origine e un’appartenenza.

‘Randagi di Dio’ si propone proprio questo: dare la voce a chi vive di grandi silenzi o di chi ne ha da vendere ma non viene ascoltato. Una creazione figlia anche della rabbia che si trasforma in melodia ed espressione di stati d’animo