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Era quasi scontato aspettarsi qualche stoccata, travestita da siparietto, se ci si trova nella stessa stanza con Matteo Salvini e Clemente Mastella. I due non si sono mai amati troppo anche se il leader della Lega ha subito puntualizzato: “è lui ad aver litigato con me, io non litigo con nessuno”.

Richieste del sindaco di Benevento, annotate dal Ministro, diversità di vedute su tanti aspetti, meno che sul ponte sullo Stretto. Guai a parlare di autonomia differenziata: uno spinge per la non applicazione, l’altro punta il dito contro gli amministratori incapaci. Un Sud che arranca perchè la gestione non è stata corretta ed è la stessa gestione a spingere il ‘Matteo Nazionale’ a scrollarsi quella pressione di dosso quando parla di Telesina e Diga di Campolattaro, “venti anni di malgoverno non si possono cancellare in un solo anno“. E come dargli torto.

Non è la prima volta che Salvini viene a Benevento, ultima visita datata 2020, anno di pandemia e tanta incertezza. E se la ricorda bene quella giornata il Ministro, una visita che gli è costata 400 euro.

Ho preso nota delle richieste del sindaco Mastella. Oggi sono contento perchè almeno non mi ha dato una multa. O meglio non so se quando scendo la trovo”.

Eh sì, si tratta proprio di un verbale notificato dalla Polizia Municipale perchè, nell’enfasi generale, il buon Salvini si fece beccare senza mascherina, allora obbligatoria, in periodo di Covid e assembramenti controllati. Una leggerezza che non sfuggì al sindaco e ai solerti agenti che fecero il loro dovere senza badare a niente.

Altro passaggio, e stavolta qualche pensierino bisogna farlo, riguarda il calcio.

Ho ancora la maglietta del Benevento nel mio ufficio”, afferma con grande orgoglio ed enfasi.

Bellissimo, meraviglioso, un grande attestato. Peccato che da quella data in poi sono stati più dolori che gioie per la squadra giallorossa. Basti pensare dov’è adesso. Per la serie, non è vero ma ci credo.

E la sua giornata sannita non è finita nel capoluogo. Visita pomeridiana a Campolattaro sulla diga. Qui, ad attenderlo un altro fuoco dal nome Vincenzo De Luca. Altra personalità, altro confronto, altre diversità di vedute conclamate. Non c’è stato modo di dare la paternità allo sblocco del cantiere della Diga. Tutti la sentono propria, a Salvini non interessa, per il Governatore è una medaglia.

Insomma una giornata tra due fuochi per il Ministro che, però, ne è uscito alla sua maniera, senza sottrarsi e rispondendo a tono alle stoccate.

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