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Castelpoto (Bn) – Un Comune smart, welcome e all’avanguardia sui diritti civili. Parliamo di Castelpoto, il paesino della Valle Vitulanese, in provincia di Benevento, conosciuto ai più per la saporitissima salsiccia rossa e che sta sperimentando in maniera proficua diverse occasioni di crescita culturale, economica e civile.

L’ultimo provvedimento in tal senso riguarda l’istituzione del Registro comunale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT). Parliamo del Biotestamento. Con delibera di giunta comunale n.29 del 28 febbraio 2018, il Comune di Castelpoto, infatti, si è dotato – primo nel Sannio – dello strumento necessario per rendere note le volontà dell’individuo in tema di sanità: “Qualcosa su cui puntavamo molto perché da sempre l’amministrazione è molto sensibile nel campo dei diritti civili – queste le parole del sindaco di Castelpoto, Vito Fusco -. Con questa delibera, attivando avviso pubblico e registro abbiamo recepito una norma di civiltà che mancava nel nostro Paese e che rappresenta un punto fisso da cui partire per affermare l’autodeterminazione della persona su temi delicati quali il trattamento sanitario e di fine vita”.

E’ valido per i cittadini residenti restando legittimo anche dopo un eventuale cambio di residenza. Il dichiarante redige la dichiarazione per atto pubblico o per scrittura privata autenticata da un notaio o consegnandola personalmente presso l’ufficio dello stato civile del comune che provvede, attraverso il funzionario incaricato, all’annotazione in apposito registro.

Il Comune non può fornire indicazioni sulle disposizioni che devono essere contenute nelle dichiarazioni e non assume in alcun caso la funzione di fiduciario, in quanto si tratta di dati sensibili. Il registro, dunque, non è pubblico, ma possono prenderne visione il dichiarante, e solo se espressamente indicati nella dichiarazione sostitutiva di atto notorio consegnata al Comune, il medico di famiglia e i sanitari che avranno in cura il dichiarante, il fiduciario e il supplente del fiduciario, se nominati, il notaio che ha redatto l’atto, gli eredi del dichiarante, se espressamente individuati. Inoltre e’ modificabile in qualunque momento”.

Un primato invidiabile visto che sul tema, anche a Benevento, si è fermi al palo. Solo i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle cittadino hanno, attraverso una nota datata 19 gennaio 2018, annunciato di aver inviato una proposta di delibera consiliare sul tema.

Non solo il registro DAT. Castelpoto è anche comune Welcome avendo presentato, nell’agosto del 2017, il progetto Sprar Famiglia accogliendo 20 persone, di cui 15 in nuclei familiari e 5 in nuclei familiari monoparentali: “Durante il mio mandato ho sempre pensato di diffondere l’idea che Castelpoto dovesse essere un Comune aperto, accogliente e solidale. Su questo spirito, dunque, ci siamo aperti ad un’accoglienza non disorganizzata e a tratti disumana, come quella dei CAS. Abbiamo scelto un modello a gestione comunale, sostenuto dall’ANCI nazionale, più umano, strutturato e che abbia un senso e delle finalità”.

Il sindaco Fusco spiega come lo Sprar riesca a far sbocciare una serie di buone pratiche utili a tutta la comunità: “Un’esperienza positiva che mi sento di consigliare per diversi motivi. Non ci siamo accontentati dello Sprar e siamo andati oltre aderendo alle rete dei comuni Welcome innalzando l’asticella, andando oltre l’accoglienza ben strutturata facendola diventare sviluppo economico per tutta la comunità e occasione di interazione culturale facendo nostro il  principio del Forum delle Autonomie Locali di Barcellona 2004 dove al primo punto si afferma: “la diversità culturale è il principale patrimonio dell’umanità”.

Siamo attenti – prosegue Fusco – anche a creare, attraverso questo strumento, opportunità per la popolazione locale in termini lavorativi per i giovani del posto evitando lo spopolamento. Anche i proprietari di case, prima disabitate, riescono ad affittarle; penso ai miglioramenti dei servizi per tutta la comunità: dal potenziamento della rete Wifi a un nuovo parco giochi per l’infanzia intitolato ad Aylan Kurdi, il bambino siriano il cui piccolo cadavere fu rinvenuto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. Tutto grazie allo Sprar. In mente abbiamo diverse idee per raggiungere l’obiettivo desiderato e rendere Castelpoto paese ad esclusione zero anche per le fasce deboli della popolazione locale.”

Il modello di buona accoglienza di Castelpoto non è passato inosservato: “La scorsa settimana abbiamo ricevuto la visita di Ane Irazabal, giornalista spagnola della rete televisiva basca ETB. L’inviata, nell’ambito della produzione di un documentario sui fenomeni d’immigrazione che stanno interessando l’Europa, ha deciso di fare tappa nel nostro comune per raccontare una buona pratica di accoglienza. Si è recata anche presso la scuola dell’infanzia per visionare la sezione primavera, quest’anno attivata grazie al contributo dello Sprar. Nella stessa giornata è stato sottoscritto anche un nuovo patto di accoglienza con l’ultima arrivata in casa Sprar, una giovane di nazionalità Eritrea, Saron, con al seguito una bimba di due mesi, Elnata”

Proprio ieri sera – aggiunge il Sindaco Fusco – abbiamo avuto l’ultimo arrivo, una famiglia siriana composta da 6 persone ha raggiunto Castelpoto tramite il corridoio umanitario. Purtroppo oggi la gente ha una percezione negativa dell’immigrazione. Ricordo che la popolazione all’inizio era preoccupata, ora posso dire che l’integrazione c’è stata e si vive il fenomeno con tranquillità. Chiaramente l’accoglienza non può essere illimitata ma le positività risiedono nella capacità di integrazione”.

Diritti civili ma anche sviluppo culturale. L’amministrazione comunale in questi ultimi anni sta avviando un progetto di riscoperta del centro storico per cercare di inserire il paese in un più ampio itinerario culturale iniziando dal recupero delle sue origine storiche e del suo passato longobardo. Il castello e il borgo antico da rivalutare e ricostruire.  

Ultimo passaggio con il Sindaco Fusco è di natura politica. La sconfitta del suo partito, il PD, deve essere ancora metabolizzata sia a livello nazionale che locale: “Purtroppo – ammette Fusco – anche a livello locale abbiamo risentito di quello che succede a livello nazionale. Siamo in una fase delicata in cui le forze demagogiche hanno avuto netto predominio affondando le radici in un malessere diffuso nella società italiana e in generale in Europa. C’è necessità di un’analisi e di correggere gli errori di comunicazione. La progettazione e gli investimenti infrastrutturali a lungo termine sono stati fatti ma c’è bisogno di tempo affinché se ne vedano i frutti. La fine delle ideologie – conclude il sindaco – hanno creato un elettorato molto mobile ma credo che ci siano le basi per ripartire trovando gli equilibri giusti  per dare slancio a un’idea di una vera sinistra riformista. Nell’ambito locale credo sia necessario un ragionamento di ampio respiro sull’Unione dei Comuni anche in Valle Vitulanese. Solo con un coordinamento dei Comuni potremmo uscire dall’isolamento”.