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Ultime telefonate, ultimi messaggi whatsapp, ultime cene. Politica sannita alla prova del voto. Domani seggio aperto per le Provinciali. E per la seconda volta nella ultracentenaria storia della Provincia di Benevento, saranno soltanto i sindaci e i consiglieri comunali del Sannio a eleggere il numero uno della Rocca.

Quattro anni fa l’esordio della legge Delrio. Esordio che sorrise al Pd e al centrosinistra. A vincere fu Claudio Ricci su Giorgio Carlo Nista. Decisivo, come prevedibile, il voto dei comuni più popolosi, all’epoca tutti – o quasi- colorati di ‘rosso’. Una piccola beffa per Nista, presentatosi ai nastri di partenza come outsider e pur capace di conquistarsi il voto della maggior parte degli elettori. Una vittoria di Pirro: le preferenze ‘pesanti’ degli inquilini di palazzo Mosti e dei consiglieri di Montesarchio, Sant’Agata dei Goti e San Giorgio del Sannio decisero la sfida a favore del candidato ‘democrat’. Esito contestato, all’epoca, dal centrodestra e in particolare da Nunzia De Girolamo che presentò pure un – per nulla fortunato – ricorso al Tar.

Come nell’ottobre del 2014, anche domani sarà una competizione a due. Il Pd ci riprova con Franco Damiano, sindaco di Montesarchio. Il centrodestra conta di rompere un digiuno lungo venti anni – dalla prima elezione di Carmine Nardone nel 1998 la Rocca è diventata feudo inespugnabile del centrosinistra – con Antonio Di Maria, fascia tricolore di Santa Croce del Sannio.

Pronostici capovolti rispetto a quattro anni fa, con il centrodestra oggi a far da lepre e Damiano a rincorrere.

Ma la prima incognita è data dalla partecipazione al voto. Davvero difficile pensare di eguagliare l’affluenza record del 2014 quando decisero di recarsi alle urne 809 elettori su 842. Una percentuale monstre del 96% alla quale domani, con ogni probabilità, neanche ci avvicineremo. Manca, infatti, l’effetto traino dato all’epoca dalla contestuale elezione di Presidente e Consiglio provinciale. Inoltre, il contesto politico è cambiato e le capacità attrattive di Pd e Forza Italia, anche sugli amministratori, sono notevolmente diminuite. E certo, per concludere, non avrà entusiasmato sindaci e consiglieri la scelta dei due candidati presidente di rinunciare del tutto alla campagna elettorale, fatta eccezione per le sole conferenze di presentazione del programma (che parolone).

Ma una elezione resta una elezione. E la Provincia, anche questa Provincia scalcagnata, riformata e umiliata da una legge senza né capo né coda, resta il primo livello istituzionale di confronto per i Comuni e quindi per i cittadini sanniti. L’auspicio, allora, è che il prossimo presidente possa restituire alla Rocca, attraverso la buona politica, almeno una piccola parte di quel prestigio che la Delrio le ha sottratto.

Fino ad ora, però, è doveroso sottolinearlo, si è visto poco o nulla.