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E’ atteso in aula il prossimo 3 aprile, al Tribunale di Reggio Emilia, un trentenne beneventano chiamato a difendersi da un’accusa che fa rabbrividire. All’ospedale Santa Maria Nuova, sempre nel capoluogo emiliano, dove faceva il barelliere, l’uomo avrebbe approfittato di una ragazza distesa sul lettino e ancora sotto gli effetti dell’anestesia (poco prima aveva affrontato un normale esame medico).

A riportare la notizia è la Gazzetta di Reggio. L’imputato era atteso in aula ieri ma era malato e dunque l’udienza è slittata ad aprile.

Ad accusarlo è la paziente-vittima della presunta violenza. La vicenda risale al 27 agosto del 2015. Secondo il racconto della donna, all’epoca trentenne, il barelliere avrebbe spinto il lettino con la donna sotto anestesia dentro un ascensore, allontanando con una scusa la madre. Chiuse le porte, l’uomo si sarebbe abbassato i pantaloni strofinando poi il pene sul volto della donna e palpeggiandole anche il seno, risvegliando così la paziente, impossibilitata comunque a reagire per gli effetti dell’anestesia.

Tornata pienamente in sé, la donna ha poi raccontato tutto alla polizia, sporgendo denuncia.

L’imputato, che oggi risiede nel Beneventano, lavorava per una cooperativa sociale milanese che l’ha lasciato a casa una volta saputa la notizia.  Per lui l’accusa è di violenza sessuale aggravata dalle condizioni di minorata difesa in cui si trovava la paziente. Ad inchiodarlo, per l’accusa, oltre alla testimonianza della donna, i filmati che hanno registrato l’uscita della barella dall’ascensore (rimasta chiusa per qualche minuto e più del dovuto), con la ragazza che compare in piedi invece che sul lettino.