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Bologna – Quota 100. Questa volta non parliamo di pensione bensì di multe. Le ha contate una a una e le tiene sulla scrivania della sua cameretta: sono 137, tra fogli custoditi in una cartellina e più di 100 buste verdi, alcune ancora sigillate e mai aperte, per un totale di oltre 14mila euro di contravvenzioni da pagare, così come è scritto sulla notifica del Comune. In ogni busta c’è un verbale con una sanzione variabile tra gli 80 e gli oltre 100 euro. La sua “colpa” è quella di aver ripetutamente violato la Ztl all’angolo tra via Antonio Bertoloni e via delle Belle Arti, la zona del centro di Bologna dove risiede e da dove entra ed esce più volte durante il giorno a bordo della sua auto. Andata e ritorno, per non meno di due volte al giorno e per tot giorni, cioè fino a quando il postino non ha cominciato a suonare alla porta, consegnandogli un rotolo di avvisi di giacenza lungo quattro metri. Una. Due. Tre. Quattro. Dieci. Cento. “Oddio, muoio”.

E’ un record, la sventagliata di multe, di cui Giuseppe un ragazzo sannita trasferitosi per lavoro in Emilia Romagna, non va fiero. E ora si sente “disorientato e indignato”, ritiene di essere vittima “di una ingiustizia” e deve trovare la strada “legale” per uscirne. Soprattutto ha chiaro in mente che “non voglio assolutamente pagare”. E’ l’odissea che sta attraversando il ragazzo che, fino a prima dell’arrivo della raffica di contravvenzioni, era convinto di essere regolarmente provvisto del pass Ztl per circolare liberamente in città. Fino all’amara sorpresa: non esiste, a suo nome, alcun tagliando valido. Perché per quel tratto di strada non bisogna essere soltanto munito del pass Ztl ma anche di un altro lasciapassare poiché è zona universitaria, che Giuseppe non ha. E mentre la buca delle lettere si riempiva di cartoline verdi, il ragazzo comincia il “viavai” tra Comune e Polizia Municipale. Arrivano le tranquillizzanti dichiarazioni dei vigili, talmente “tranquillizzanti” da indurre il ragazzo a credere che il problema si sarebbe risolto da solo e non invece con un ricorso al Prefetto. Il ragazzo capisce che la situazione è molto seria quando gli vengono recapitati i verbali con i dettagli degli importi da brivido.

“Inizialmente”, spiega il 25enne della provincia di Benevento, “ credevo fosse tutto finito dopo che avevo richiesto il pass al Comune per accedere all’area a traffico limitato senza rischi”. Invece era solo una tregua “perché, negli ultimi giorni, mi sono arrivate una valanga di multe”. A questo punto “devo decidere cosa fare, non le voglio pagare perché non è giusto”.  Le multe arrivarono a raffica. Una dopo l’altra, così come furono prese. Dopo la prima, un’ondata di 99, per un totale di 14.000 euro. Somma finale, perché solo allora, solo vedendo la prima multa (le altre avrebbero bussato alla porta nelle settimane seguenti), l’automobilista interruppe i viavai quotidiani dalla Ztl. “Ma perché fare passare tre mesi e farmi scoprire l’inghippo solo all’arrivo di una multa dietro l’altra? Non è stato un modo per truffarmi e fare cassa? Se avessi saputo di non avere in realtà nessun pass per la ztl, non mi sarei certo messo a girare per quella zona come se niente fosse, per settimane e settimane”. Giuseppe quindi decide allora di rivolgersi a un legale, che suggerisce di presentarsi dinanzi al Giudice di Pace e, in seconda battuta, anche al Prefetto. “E’ giusto che chi sbaglia debba pagare. Ho  sbagliato perché sono entrato con l’auto nella Ztl e sono d’accordo quindi che devo pagare. Ma secondo me la multa deve essere un deterrente non un modo con cui il Comune fa cassa. Mi spiego meglio. Se un ragazzo commette un’infrazione ripresa dalle telecamere (fermo restando che non sempre, a quanto mi risulta, i semafori funzionano) perché la multa non viene recapitata a casa dello stesso nell’immediatezza invece di aspettare più di un mese? Con la conseguenza che nel frattempo lo stesso, non avendo consapevolezza di aver violato una regola la continua a violare per altre 100 volte. Con la conseguenza che io, il cui bilancio è già in bilico per la crisi, mi ritrova con 100 multe da pagare in un mese. Se io vengo “punito” nell’immediatezza poi mi guarderei bene nel commettere lo stesso errore. Tutto qui. Chiedo solo un pochino più di comprensione”. 

Il legale del ragazzo è al lavoro da mesi per cercare di far luce sulla questione puntando su varie tesi difensive. Segnaletica palesemente inadeguata, notifiche delle multe inviate tutte nello stesso momento, quando l’infrazione era stata compiuta più volte, buona fede dell’automobilista, sanzioni seriali. Ruota attorno a questi elementi la decisione del Prefetto. I tempi sono, comunque, lunghi e quindi bisognerà aspettare ancora un po’ per la decisione finale.