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Casal di Principe (Ce) – Con circa 400 case abusive da abbattere, Casal di Principe è tra i comuni campani in cui sarà più forte l’impatto, in termini economici e sociali, della decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime le norme anti-abbattimento della Regione. Norme che davano ai sindaci la possibilità di non procedere alla demolizione delle case dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato, ma di acquisirle al patrimonio pubblico per poi alienarle o fittarle agli stessi responsabili degli abusi, che nella maggior parte dei case sono le persone che già vi abitavano. Problemi di bilancio e di ordine sociale per il Comune di Casal di Principe, che aveva sempre sostenuto la legge regionale. “Eravamo a favore delle norme bocciate dalla Consulta – spiega l’assessore comunale Gianluca Corvinoperchè partivamo dal dato di fatto che la gran parte delle abitazioni da abbattere a Casal di Principe sono prime case, costruite con sacrifici negli anni dai cittadini che vi abitano. Ora si aprono scenari complessi – prosegue Corvino – l’abbattimento di ogni casa dovrebbe costare tra i 100 e i 120mila euro, per cui la somma complessiva potrebbe arrivare ad alcune decine di milioni di euro; non sarà facile inoltre ottenere che il proprietario proceda all’ordine di demolizione a proprie spese. In questi casi il Comune procede con i propri mezzi accendendo un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti; si tratta di soldi da dover poi rimborsare ogni anno, che incidono su un bilancio già esiguo, per cui andranno messi in cantiere tagli ai servizi sociali o ad altri di competenza comunale”. C’è poi una ricaduta sociale, in quanto le famiglie che abitano le case da abbattere potrebbero finire per strada. Una proposta per salvare dall’abbattimento una buona parte delle case, costruite molti anni fa, è quella relativa al superamento della “doppia conformità” richiesta per legge per poter usufruire della sanatoria. “Pensiamo – dice Corvino – ad una proposta, basata anche sul buon senso, che superi il principio contenuto nel Testo Unico dell’Edilizia secondo cui una casa abusiva, per avere il permesso in sanatoria, deve essere conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al tempo della esecuzione delle opere sia al momento della presentazione della domanda di accertamento in sanatoria. Molte sono conformi al Prg del 2006, ma non a quello del periodo in cui furono edificate, per cui in base all’attuale normativa si crea il paradosso per cui oggi un proprietario deve abbattere e il giorno dopo può richiedere il permesso in sanatoria per ricostruire”.