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Dopo il corteo dei giorni scorsi per le vie centrali di Caserta, i presidi davanti agli uffici di Regione Campania e prefettura, i lavoratori delle aziende Softlab Tech e Orefice, tutti accomunati dalla circostanza di essere ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise e di essere finiti nelle due aziende in seguito a processi di reindustrializzazione mai decollati, tornano in strada con un nuovo corteo transitato fuori al casello di Caserta Sud dell’autostrada A1. Tanti i disagi per gli automobilisti; i lavoratori sono poi arrivati sulla statale sannitica dove c’è la sede casertana di Softlab Tech, società facente parte dell’omonimo gruppo attivo nel settore dell’assistenza informatica alle pubbliche amministrazioni.

I motivi della protesta sono noti da tempo: i 200 lavoratori Softlab attendono tre stipendi arretrati, quasi tutti hanno fatto e continuano a fare cassa integrazione da quando sono passati qualche anno fa da Jabil a Softlab, e dunque chiedono di poter iniziare a lavorare concretamente. Chiedono certezze e soprattutto che vengano mantenute le promesse i 23 ex Jabil passati nell’azienda sarda Orefice, che dopo averli assunti grazie a sostanziosi incentivi in danaro pagati da Jabil, ha prima provato a trasferirli in Sardegna, violando gli accordi istituzionali che la obbligavano a tenere la produzione nel Casertano, e poi, in seguito al rifiuto degli addetti, li ha licenziati. Ora i 23 di Orefice sono disoccupati ma da un anno e mezzo era stato loro promesso dalle istituzioni, in particolare Regione e Ministero, che sarebbero stati riassunti presso l’azienda Tme di Portico di Caserta, prospettiva non concretizzata; altra ipotesi per i 23 è l’azienda Fib di Teverola, ma anche in questo caso si tratta di un’opzione al momento non molto concreta.
Delle vertenze delle due aziende Orefice e Softlab si parlerà lunedì 9 ottobre nel corso della riunione che si terrà a Roma presso gli uffici del Mimit.