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Napoli – “La Asl fa le sue indagini con il contact tracing, emana i provvedimenti di quarantena per i casi positivi e di quarantena fiduciaria per i contatti stretti. Le Asl fanno il proprio lavoro: il problema si può riporre”. Sono le parole di Fabio Ciciliano, dirigente della Protezione Civile e membro del Comitato tecnico-scientifico, che a Radio Punto Nuovo ha rilasciato alcune dichiarazioni sul caso JuveNapoli. “La responsabilità della salute pubblica  – continua il dirigente -, collettiva, calcio compreso, non può esser decontestualizzata dalle norme primarie. La legge 74 del 15 di luglio sancisce i comportamenti da seguire in caso di positività e di isolamento fiduciario. Da lì non si può derogare: il protocollo del mondo del calcio non può derogare dalla vigilanza della Asl. Questo, il CTS, lo ha espresso chiaramente. La competenza assoluta è in capo alla Asl, per le squadre c’è una responsabilità dei medici sportivi dei club”.

“Casi Milan e Genoa senza intervento delle Asl? Non so cosa hanno fatto i dipartimenti di prevenzione delle Asl, in questo caso s’identificano i quarantenati ed i contatti stretti e si emana un atto pubblico che deve essere rispettato. Andrea Agnelli può sostenere ciò che ritiene opportuno fare, qui c’è la legge 74 del 2020 che non è derogabile.

“Non so cosa hanno fatto gli altri dipartimenti, ma la Asl Napoli ha solo interrotto la catena dei contagi. Gli indici epidemiologici di questi momenti sono più alti che in giugno. Il protocollo può funzionare se si va in bolla. In NBA si è usata questa bolla: nessuno del gruppo squadra dovrebbe entrare in contatto con l’esterno. La bolla concepita per le attività di allenamento. La Asl di Napoli ha applicato la legge: in presenza del provvedimento di autorità il Napoli non poteva partire”.