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Napoli – La morte di Mario Paciolla, il volontario 33enne che da Rione Alto era partito per una missione umanitaria in Colombia, non pare essere un suicidio. A confermarlo i familiari e gli amici sempre più convinti che una verità più grande e paurosa si nasconda a San Vicente del Caguán, città dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Mario.

Una storia di ombre, silenzi e segreti che gli agenti italiani dello Scip, Servizio di cooperazione internazionale della Polizia, che si occupano dei casi internazionali più delicati, cercheranno di svelare. Infatti, proprio negli prossimi giorni, le autorità italiane sono attese a Bogotà per collaborare con gli agenti locali.

E’ stata effettuata un’autopsia sul corpo di Mario i cui esiti saranno resi pubblici non prima di una decina di giorni e il ministero degli Esteri italiano avrebbe richiesto la presenza di medici legali di fiducia dell’ambasciata italiana per l’operazione.

Il caso di Mario Paciolla non è rimasto circoscritto alla Colombia o alla sola Napoli ma è diventato di interesse internazionale attirando l’attenzione anche del Parlamento Italiano e del Parlamento Europeo, lo scopo è quello di scongiurare un “Caso Regeni 2” e di indagare a fondo sulla verità.

Dopo le dichiarazioni del Sindaco napoletano Luigi de Magistris che ha assicurato il massimo impegno per “evitare il silenziatore e affinché sia rigorosamente fatto di tutto da parte del Governo per sostenere la ricerca della verità e della giustizia” reggendo tra le mani uno striscione su cui si legge “Giustizia per Mario Paciolla“, anche altri esponenti nazionali ed internazionali sono intervenuti.

Il senatore Sandro Ruotolo chiede al premier Conte e al ministro Di Maio “un intervento forte, deciso e immediato nei confronti del Governo colombiano affinché si faccia chiarezza e giustizia sulla morte violenta del nostro connazionale. Da ciò che emerge dai media e da molte testimonianze – continua il senatore – sul cadavere sono stati rilevati ‘tagli provocati da coltelli o da lame acuminate che non sono state trovate in casa’”. Infine si lascia andare ad un sospettoso interrogativo: “Il ruolo volontario svolto da Mario Paciolla in un regime di narcoeconomia ha infastidito qualcuno?”.

Massimiliano Smeriglio, eurodeputato, si sbilancia sul caso: “La vicenda di Mario Paciolla non può lasciarci indifferenti. Mi muoverò in Europa a tutti i livelli istituzionali nell’ambito delle mie prerogative per chiedere verità e giustizia. Mario era in Colombia – aggiunge Smeriglio – come osservatore delle Nazioni Unite per il rispetto degli Accordi di Pace tra Governo Colombiano e le Farc. L’attività di Mario era legata al lavoro della Rete Accademica Europea per la Pace in Colombia – Europaz. E’ nostro dovere chiedere che sia fatta luce fino in fondo su quanto accaduto”.