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NAPOLI – “Il Piano Regolatore di Napoli prevede che tutte le nefandezze costruite nel secondo dopoguerra, tutti gli ecomostri del sacco edilizio per intenderci, possano essere abbattuti con una ricostruzione più consona e dignitosa per le persone che li abitano e la conseguente riqualificazione radicale dei quartieri. Io, a volte, ho l’impressione che piaccia dire solo che il Prg è vecchio senza averlo nemmeno compreso, senza nemmeno esplorare le reali possibilità che offre per attuarlo. Palazzo Ottieri, a piazza Mercato, è una di queste schifezze. E può e deve essere demolito”.
 
Luigi De Falco, architetto, presidente della sezione napoletana di Italia Nostra, già assessore all’urbanistica con de Magistris sindaco nel biennio 2011-2012, prende atto che l’attuale assessore, Laura Lieto, ha bollato come impossibile la demolizione dell’ecomostro che tiene in ostaggio piazza Mercato e piazza del Carmine, uno dei cuori del centro storico per il quale non a caso ci si ritrova ad affrontare un’ennesima emergenza-degrado. Però tiene a sottolineare che nulla, in realtà, è impossibile. E non cela anche una certa sorpresa davanti al niet dell’attuale assessore, prof alla Federico IIperchè proprio l’università si è prodigata in vari studi e progetti anche per palazzo Ottieri”.
 
“Ora, se gli studi si fanno per essere fini a se stessi è un conto. Ma io credo, invece, che debbano essere utilizzati. Tanto più che, per palazzo Ottieri, il Comune potrebbe utilizzare anche dei vecchi edifici oggi ridotti a ruderi che insistono nel raggio di poche centinaia di metri per riqualificarli e ricollocare le famiglie che andrebbero espropriate”.
 
“Certo – continua De Falco – sono operazioni complesse e che richiedono una regia comunale, ma ci sono tutti gli strumenti per affrontarli e anche una possibile sostenibilità economica”.
 
“Operazioni del genere, del resto, sono state compiute già altrove, a Bologna ad esempio. Ma anche qui da noi: basti pensare alle Vele di Scampia – ricorda il presidente di Italia NostraE’ una questione di visione che si ha della città, quindi. Soprattutto per il nostro centro storico dove opportunità del genere non rappresentano affatto casi isolati”.
 
“Migliorare radicalmente il contesto urbano di piazza Mercato con una visione più ampia che metta insieme più operazioni previste dal Prg, vorrebbe dire cambiare anche il destino di centinaia di persone che ora vivono in aree degradate per le quali non bastano semplici operazioni di restyling di piazze, come quella in atto al Carmine: dopo un pò, ci si ritrova inevitabilmente punto e a capo. Anche per questo, francamente, ogni arrendevolezza non è condivisibile. Napoli – conclude De Falco – si salva anche gettando il cuore oltre l’ostacolo, con il potere dell’immaginazione”.