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“Non intendo tollerare un minuto di più che qualcuno parli di partito-comunità, quando la realtà concreta presenta un partito che è ormai un’aggregazione di correnti, di tribù, che calpestano meriti e militanza, e introducono sempre più nei rapporti interni un tasso insopportabile di maleducazione e di supponenza”. Così al QN il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Nel Pd si è affermato ormai – dice ancora – il metodo della selezione in negativo: più perdi voti, più vai avanti. I risultati prodotti non contano nulla, conta l’occupazione delle caselle correntizie. Con l’attuale leadership non è cambiato assolutamente nulla. Chi ha portato al disastro elettorale il Pd? Tutti i responsabili di questo decennio, li vedo di nuovo imperversare. Il 90% sono i grandi sostenitori di Schlein, la cui credibilità rispetto a un programma di rinnovamento è pari a zero”. 

Alla domanda se sia vero che è ostile con Schlein per il no al terzo mandato, risponde: “È un argomento idiota, agitato dagli idioti del Pd”. Sulla giustizia, “dopo la vicenda Palamara c’è stato un terremoto ma il Pd non se n’è accorto, e continua a balbettare, fra vergognosi opportunismi, viltà personali e perdita di valori. La vicenda dell’abuso in atti d’ufficio è emblematica. Di fronte a migliaia di amministratori che pongono il problema, vi è una insopportabile resistenza di un ristrettissimo gruppo di politicanti che decidono di non cambiare nulla. Una vergogna”. Alla domanda se il Pd sia ancora il suo partito o sta già pensando ad altro, risponde: “Di tutto c’è bisogno in Italia meno che di alimentare la balcanizzazione della politica e dei partiti. Un grande partito nazionale è essenziale”.