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Napoli –  Togliere i figli ai camorristi, far decadere la patria potestà per chi si macchia di reati di associazione mafiosa. Un plenum straordinario del Csm si terrà per la prima volta a Napoli lunedì prossimo a palazzo di Giustizia. ù
 
Il tema centrale è quello delle babygang, un fenomeno che a Napoli assume contorni molto preoccupanti. Si discuterà della delibera votata in sesta Commissione, in plenum, con la quale l’Organo di autodisciplina e organizzazione dei magistrati, chiederà al ministro della Giustizia di modificare il codice penale. Uno dei relatori della mozione è stato Antonello Ardituro, per anni alla Dda di Napoli e membro del pool che ha sgominato la costola sanguinaria dei Casalesi, e che conosce bene le influenze negative dei padri-boss.
 
Secondo Palazzo dei Marescialli «fare parte di un’organizzazione mafiosa rappresenta un pericolo tale per la crescita dei bambini da giustificare l’allontanamento permanente dai genitori». Un camorrista può danneggiare suo figlio e portarlo facilmente sulla sua strada e a Napoli la realtà supera addirittura la più cruda immaginazione. Come a febbraio di quest’anno quando sei ragazzini, tutti tra gli 8 e 13 anni, furono intercettati mentre confezionavano con i loro genitori dosi di cocaina per essere spacciate al Pallonetto di Santa Lucia per il clan Elia. Altri invece, appena diciottenni, hanno impugnato pistole e imbracciato fucili e ucciso al rione Sanità, Forcella, Scampia e adesso scontano in carcere l’ergastolo.