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Quando a quindici anni ho scoperto chi era mio padre leggendo un giornale, ho pensato che dovevo fare una scelta. O sottolineare subito la mia appartenenza al suo mondo, oppure invece sottolineare che appartenevo a mia madre, a un mondo pulito, fatto di sacrifici. Un’eredità completamente diversa, ed è questa che ho scelto”. Quella di Alessandro Gallo, 36 anni, è una storia di riscatto, la storia di chi ha detto no alla camorra rifiutando di seguire le orme del padre. Il trasferimento a Bologna, lo studio e l’indirizzo del mondo artistico lo hanno salvato da un futuro nebuloso. Oggi Gallo vive in Emilia Romagna, anche se quando può torna nella sua Napoli che ama più di ogni altra cosa, e da anni lavora nel campo dell’educazione alla legalità con progetti di teatro civile. Ha pubblicato numerosi libri tra romanzi autobiografici, inchieste sulla mafia e antologie e nel 2014 ha ricevuto la Medaglia d’argento al valor civile Premio Carlo La Catena per l’attività editoriale e per il teatro di impegno civile.

Ora è pronto per un’altra grande sfida, il sogno della sua vita: il 6 novembre inaugurerà, insieme a una serie di partner, “Casa Fellini” a Gambettola, la casa dell’infanzia del grande regista romagnolo Federico Fellini. Il casolare tornerà in vita diventando una residenza dedicata alle arti del cinema, del circo e del teatro. Questa nuova realtà nasce dal restauro e rifunzionalizzazione del casolare di campagna situato in via Soprarigossa, 821, in cui vissero i nonni del celebre regista. L’affascinante cornice di “Casa Fellini” quindi domenica 6 novembre diventerà per un giorno palcoscenico per il lancio di un progetto socio-culturale innovativo, votato alle residenze artistiche e alla formazione in materia di cinema, circo e teatro, curato dal collettivo di associazioni culturali che gestiranno lo spazio: Caracò, di cui è presidente proprio Gallo, Ventottoluglio, presieduto dal regista Adriano Sforzi, erede di un’antica famiglia circense e vincitore del premio David di Donatello nel 2011 come migliore cortometraggio, e Sputnik, diretto da Alan Angelini.

“Casa Fellini – dichiara Alessandro Gallosarà la casa degli autori, di teatro e di cinema. Un luogo dove potersi prendere del tempo per far crescere le loro storie mettendosi anche in relazione con il territorio attraverso dei momenti di incontri, dibattiti e laboratori perché crediamo che i linguaggi artistici hanno costantemente bisogno di stare in dialogo con ciò che gli circonda e nel caso del nostro centro di residenza ciò che si muove attorno deve essere parte integrante del progetto. Per questo motivo crediamo che attivare da subito dei percorsi educational per le scuole sia per noi importante. Tutte le scuole, del territorio e non, devono attraversare la casa così come devono farsi attraversare emotivamente dai lavori degli artisti in residenza. Per me questa è la chiusura di un cerchio. La camorra non è una disgrazia, ma una scelta di vita ed io questa scelta l’ho vista entrare in casa bruciando ogni sentimento sano. Avendola rifiutata ho il dovere di raccontarla e metterla sempre in discussione. Lo faccio con l’unico strumento che credo abbia ancora un peso e un valore tra i ragazzini: la narrazione. Scritta o recitata”.