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In migliaia in piazza, oltre 5.000 per gli organizzatori, contro l’autonomia differenziata. “Però Napoli deve essere svegliata, ancora sta dormendo” afferma padre Alex Zanotelli, coscienza della protesta. Una manifestazione nazionale in città, ma sotto accusa finisce la risposta dei napoletani. Ad ogni livello: istituzionale e civile. “Manfredi, dove sei?” gridano al megafono, evocando il sindaco assente. Al corteo manca pure il gonfalone del Comune di Napoli. Presente viceversa Fulvio Bonavitacola, vice presidente della Regione Campania. “Il sindaco doveva essere qui, c’erano tanti sindaci del sud” sottolinea Zanotelli. E invece no. Ma il missionario comboniano, 86 anni, ne ha pure per i napoletani (“dovevano esserci milioni di persone”). Non dimentica il mondo religioso: “I vescovi del Sud hanno preso posizione, perché le parrocchie di Napoli non sono tutte qui?”. Lo stesso vale per le scuole superiori (“glielo avevo ho chiesto”). I giovani vanno sensibilizzati, l’autonomia differenziata “è un problema enorme”.

In compenso, sono tantissime bandiere e striscioni. Sfilano da piazza Garibaldi a piazza Plebiscito. Vengono da tutto il Mezzogiorno, ma anche dal resto d’Italia. Si contano delegazioni da Puglia, Basilicata, Calabria, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. La rappresentanza partenopea è affidata ad associazioni, comitati, centri sociali. Ma dalla capitale del Sud, gli organizzatori si aspettavano più coinvolgimento.  L’appello della protesta comunque è forte. Al governo si chiede di “non tagliare l’Italia”, in nome “dell’unità nazionale“. Se in giro Manfredi non si vede, marciano però i predecessori Antonio Bassolino e Luigi de Magistris (“giù le mani dal Sud”). Tra i leader nazionali,  c’è il pentastellato Giuseppe Conte (“è una riforma distruttiva”).

La consigliera regionale indipendente Maria Muscarà polemizza: “Speravo qui non vi fossero simboli di partiti, negli ultimi 20 anni tutti hanno collaborato a costruire l’autonomia differenziata”. Nel mirino mette “anche il mio ex partito”, cioè il M5S. Diverse le fasce tricolori, con i primi cittadini di Foggia, Terlizzi (Bari), Corato (Bari), San Nicola la Strada (Caserta) e Cinquefrondi (Reggio Calabria). “Era fondamentale essere qui ad accoglierli” dice Zanotelli. E si riferisce a Manfredi.