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Napoli – Tra i 40 murales e altarini dedicati a eventi o persone riferibili alla criminalità organizzata a Napoli per i quali si intende procedere alla rimozione, non c’è quello dedicato a Ugo Russo, 15enne ucciso da un carabiniere lo scorso primo marzo 2020 mentre tentava una rapina in via Santa Lucia. Rientra invece tra i circa 40 casi monitorati l’altarino dedicato a Emanuele Sibillo, capo della cosiddetta “paranza dei bambini”, gruppo di fuoco attivo nel centro storico di Napoli nei primi anni ’10, ucciso il 2 luglio 2015 in via Oronzio Costa.

Le operazioni sono scattate ieri mattina con la rimozione, affidata al Comune di Napoli con l’assistenza delle forze dell’ordine, di una scritta realizzata all’ingresso della Villa Comunale in via Ortolani, nel quartiere San Pietro a Patierno, e un “altarino” installato all’interno del parco Troisi, nel quartiere San Giovanni a Teduccio. Già coperto, lo scorso 5 febbraio, il murales in memoria di Luigi Caiafa, il 17enne ucciso il 4 ottobre 2020 in un conflitto a fuoco con agenti di polizia mentre tentava una rapina a mano armata a via Duomo. Il murale era stato realizzato in vico Sedil Capuano, a poca distanza dall’abitazione del giovane nella quale, lo scorso 30 dicembre, è stato ucciso il padre Ciro, 40 anni. Se il caso di Luigi Caiafa risulta apparentemente analogo a quello di Ugo Russo, quest’ultimo non è stato considerato riconducibile a contesti di criminalità organizzata, criterio posto alla base della ricognizione affidata alle forze dell’ordine di murales e altarini sparsi in città e nell’area metropolitana. Una distinzione tra i due casi era stata già evidenziata in altrettante ordinanze della Giunta comunale di Napoli, con le quali veniva imposto il ripristino dello stato dei luoghi per quanto riguarda il murales dedicato a Luigi Caiafa, e “l’evoluzione in un nuovo murale che non si presti a interpretazioni sbagliate” in riferimento all’opera dedicata a Ugo Russo, sulla quale campeggia lo slogan “verità e giustizia”.