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Napoli – Tragedia nel carcere femminile di Pozzuoli dove una detenuta ha perso la vita a seguito di una crisi respiratoria. La donna è stata trasportata in ospedale ma ormai era troppo tardi.

A perdere la vita è stata Isabella, originaria di Torino che era detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli nell’ala dedicata ai pazienti con problemi psichici. A seguito della sua morte è stata aperta un’inchiesta per valutare tutte le condizione del caso, come riporta il meridiano news.

Il Garante Campano Samuele Ciambriello sull’accaduto ha dichiarato: “Di fronte alla morte di una giovane detenuta di 37 anni che ha avuto già all’età di 18 anni il suo primo TSO, ed era alla sua settima carcerazione e a Pozzuoli era un’internata provvisoria giunta a settembre del 2020 da Bologna perché lì era in ristrutturazione il reparto psichiatrico del carcere. Si vede la durezza e l’iniquità del diritto penale che pensa alle persone che hanno disturbi psichici, disturbi della personalità e che il carcere abbia una funzione riparatrice è una concezione aberrante. È stata disposta dal Magistrato l’autopsia.

Credo che gli stessi sforzi dell’area sanitaria che manifestano la non presenza in carcere per un soggetto come Isabella la quale sebbene ricoverata altre due volte in ospedale aveva firmato l’allontanamento volontario dallo stesso. Io credo che ci sia proprio una incompatibilità tra il carcere e la salute mentale e da essa discende l’indicazione che la presa in carico delle persone con disturbo psichiatrico debba avvenire di regola al di fuori del carcere, nel territorio, e deve coinvolgere più attori sociali.

La salvaguardia della salute mentale non coincide esclusivamente con l’assistenza psichiatrica, per quanto importante essa sia. Il mio invito è quello di predisporre ambienti e condizioni adeguati a mantenere l’equilibrio psichico delle persone detenute e non aggravare lo stato di chi soffre di disturbi mentali. In questo senso le sole 3 stanze dell’articolazione psichiatrica di Pozzuoli e la stessa sezione dell’articolazione psichiatrica di Benevento non sono idonee ai requisiti minimi per poter dignitosamente vivere la detenzione. Il carcere soprattutto per questa tipologia di persone è una risposta semplice a problemi complessi”.