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NAPOLI – Con una email inviata a tutti gli iscritti, Enrico Letta ha disegnato il percorso per arrivare a una rifondazione del Partito Democratico.
 
Si tratta di un congresso con il quale sarà messo tutto in discussione: compreso il nome e il simbolo dei dem che, evidentemente, fanno pesare tutti i loro 15 anni.
 
Il percorso delineato da Letta è caratterizzato da 4 fasi: quello della “chiamata”, in quanto tutti, dai prossimi giorni, potranno iscriversi e partecipare alla “missione costituente”; quello dei “nodi”, vale a dire della discussione sul programma e sulle alleanze; quella del “confronto”, con le candidature emerse dalle varie istanze; e quello delle “primarie” a due per delineare il nuovo segretario.
 
E’ un percorso che dovrebbe giungere al termine non prima dell’inizio del prossimo anno, ma che intanto trova pienamente d’accordo Francesco Boccia, commissario del Pd campano: “Questa fase può assomigliare a quella costituente del 2007: un nuovo inizio. Ma nella consapevolezza che un elettore su cinque ripone tante speranze nel Pd anche per come faremo opposizione”.
 
“Le fasi indicate dal segretario – sottolinea Boccia – necessitano di un confronto serio, sincero e senza sconti tra di noi, aprendo il partito alle tante e belle energie che vogliono partecipare alla vita politica italiana sostenendo i valori dei progressisti”.
 
Il Pd, per il commissario campano, “dovrà essere il partito dai nuovi orizzonti, con le nuove generazioni in prima linea con la loro passione e la loro voglia di rompere schemi precostituiti. Abbiamo il dovere di far chiarezza su quale idea di società vogliamo e quale dovrà essere il ruolo di un grande partito popolare e di massa come il Pd in questa società aperta, digitale, complessa, con molte diseguaglianze ma al tempo stesso piena di tante opportunità; sul ruolo dell’Italia in un’Europa che abbiamo fondato, difeso e voluto, nella quale stanno emergendo sempre più spinte nazionaliste. Così come sarà necessario fare chiarezza sulle alleanze per le quali non possono esserci ambiguità: il partito che verrà fuori, al termine del congresso, dovrà essere una vera e propria agorà nella quale dovrà prevalere proprio quel ‘noi collettivo’ richiamato da Letta nella sua lettera. Un partito nel quale abbiamo il dovere di unire e ricompattare tutto il fronte democratico e progressista italiano”.
 
Sta di fatto che in Campania ora ci si interroga attorno alla vera scelta che farà il Governatore Vincenzo De Luca. Vorrà davvero essere della partita congressuale per diventare il nuovo segretario nazionale dei dem?
 
A dire il vero, non è la prima volta che se ne parla. Lo si fece, ad esempio, lo scorso anno, quando De Luca era ancora sulla lunga scia della vittoria elettorale del 2020 che gli permette il bis a Palazzo Santa Lucia. Ma ora?
 
Secondo molti, il suo è più tatticismo che altro. Oggi, nel consueto appuntamento della diretta Facebook del venerdì, non ne ha fatto cenno. In più: il Governatore deve far dimenticare presto che la debacle elettorale del Pd lo ha visto come uno dei protagonisti. Fulvio Bonavitacola e Luca Cascone, due suoi fedelissimi, sono stati malamente sconfitti alle urne nella sua Salerno. E lui stesso era sul palco accanto a Letta, giusto una settimana fa, a chiudere la campagna elettorale a Roma…