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Napoli – Vincenzo Pellino doveva morire, era stato deciso così dal clan che lui stesso aveva fondato. E il suo doveva essere un delitto eclatante capace di lasciare il segno in tutti gli affiliati alla cosca che porta il suo nome e che gestisce la zona di Cardito (Napoli).

Un caso di lupara bianca, uno schiaffo ulteriore alla storia del boss il cui corpo non è stato ancora trovato. Oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Bernardino Crispino, 34enne contiguo al clan camorristico Pezzella.

L’indagine è stata avviata il 14 febbraio scorso, quando la moglie di Vincenzo Pellino ne denunciava la scomparsa. Le investigazioni, che hanno visto i militari impegnati in indagini tradizionali e di tipo tecnico, hanno consentito di documentare che Pellino prima è stato ucciso a colpi di pistola e poi fatto sparire. È stato infatti scoperto che il 13 febbraio la vittima si era incontrata in un centro commerciale con l’indagato e si erano allontanati assieme. Da quel momento nessuno ha più visto Pellino. Il movente è legato ad uno scontro interno allo stesso clan e Pellino era il primo della lista da epurare.