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Napoli – I pentiti e le intercettazioni. Le informative e i pedinamenti. C’è tutto nella lunga ordinanza che ha portato in carcere quel che resta del clan Tommaselli di Pianura. Al centro di tutto c’era lui, le sue scelte, quello che decideva di fare si faceva. Tanto che in pochi anni ha cambiato quattro clan. Fino a quando il 6 agosto del 2014 la sua latitanza fu interrotta da un blitz in una appartamento al terzo piano a Fuorigrotta, quartiere occidentale di Napoli.
Carlo Tommaselli è il perno dell’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato a sei arresti da parte dei carabinieri. Nell’ordinanza del gip Anna Imparato c’è la ricostruzione della cosca che ha tentato di costruire in quasi un decennio di carriera criminale autonoma. Questo perché per un lungo periodo, dagli anni Ottanta fino al 1999 Tommaselli era legato ai Lago di Pianura, perché sua sorella aveva sposato il boss Pietro. Ma dal 2000 si allontanò progressivamente perché Pietro ‘’o ciore’ iniziò a collaborare con lo Stato, anche se poi ritrattò poco dopo. Nell’informativa datata 7 maggio del 2015 a firma dei carabinieri ci sono tutti i passaggi che il boss ha fatto ‘saltando’ da un clan all’altro. Condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione per camorra con il clan Marfella, iniziò con i Lago per la parentela con il boss. Nove anni fa formò un gruppo con i fratelli Vincenzo e Pasquale Foglia, Pasquale Pesce e Luigi Pesce, contro i Mele-Varriale. Ma neanche questo lo tranquillizzò perché verso il 2007 costituì un altro gruppo: i Marfella-Pesce alleandosi con Giovanni Romano e Pasquale Pesce, ma nel 2012 l’alleanza vacillò per la decisione di Tommaselli di uccidere Pasquale Pesce. Nel 2013 costituì ancora un altro clan con Salvatore Romano e Antonio Vanacore e avvicinandosi ai Vigilia di Soccavo, la cosca che tre giorni fa è stata smantellata con 33 arresti. Uno dei pentiti chiave dell’inchiesta è proprio Antonio Vanacore che l’11maggio del 2014 raccontò di Tommaselli e della sua ascesa criminale. “Tommaselli decise di eliminare Pasquale Pesce per poter acquisire l’egemonia sul territorio e ditale sua intenzione informò Vincenzo Foglia soggetto facente parte del clan Marfella ed ex appartenente al clan Lago come il Tommaselli. Il foglia però informò Pasquale Pesce dei propositi del Tommaselli e da quel momento i Marfella non gli diedero più alcun appoggio in quanto il Tommaselli era latitante”, disse ai pm. Oltre a lui hanno arresto il figlio Filippo, suo portavoce “si parlavano con gli sms”, scrive il gip. Francesco Minichini, cugino di Tomaselli e “profondo conoscitore delle dinamiche e degli equilibri criminali della zona. Portatore delle informazioni del latitate nei confronti del figlio”. Antonio Megali, cugino di Filippo in rapporto con il clan. Enrico Calcagno, cugino di Tommaselli e Fabio De Vita, ex fidanzato della figlia di Tommaselli, deceduta in un incidente stradale quando era con lui.