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Napoli – Non ci stanno i genitori degli studenti campani contro la decisione del Governatore De Luca di chiudere le scuole: protesta sotto la sede della Regione a Santa Lucia.

Oggi è il giorno più buio per la scuola“, si legge su un manifesto che le mamme hanno portato sotto il simbolo delle istituzioni regionali. 

Tutto è nato da un chat di alcune mamme, angosciate dalla decisione del Governatore, in breve ne è diventata una vera e propria protesta di piazza. Sono due la manifestazioni convocate dai genitori degli alunni, entrambe sotto la sede della Regione Campania in via Santa Lucia a Napoli.

Si parte oggi dove, in questo momento, genitori e operatori del mondo della scuola si trovano in presidio-assemblea permanente all’esterno della Regione Campania, dopo la convocazione di ieri sera fatta dal movimento nazionale “Priorità alla scuola”. Le proteste proseguiranno anche domani. 

A prendere parte al sit-in numerose associazioni di categoria, dagli autisti degli scuolabus fino all’ Asmel, associazione che riunisce oltre 3.300 Comuni di tutta Italia. “Le scuole sono l’ultima istituzione a dover chiudere – racconta Francesco Pinto, segretario generale Asmel – finanche in stato di guerra. La soluzione di De Luca va al di là di qualsiasi logica. I dati ufficiali indicano che le scuole sono il luogo più sicuro contro i contagi, al pari dei posti di lavoro, tutti molto attrezzati al riguardo. Al contrario, sono i mezzi pubblici dove la gente è letteralmente ammassata, la fonte di sicuro contagio. I titolari di bus privati, parcheggiati nelle autorimesse per assenza di clienti e turisti, sarebbero ben lieti di essere precettati, per potenziare il trasporto pubblico“.

Non siamo sorpresi da questa scelta – spiegano invece dall’Unione degli studenti di Napolinon c’è stato nessun programma da parte della regione sul ritorno in sicurezza delle scuole, nessun investimento in edilizia scolastica, spazi mancanti, organico inesistente, trasporti inefficienti e la dispersione scolastica continua ad essere più alta della media nazionale. La DaD non è la vera soluzione perchè questo modello continua a riprodurre le diseguaglianze socio-economiche esistenti da anni, facendo pagare la crisi del sistema scolastico ai più poveri. Nel 2005 è stata approvata la legge regionale sul diritto allo studio, approvato grazie alla continua lotta degli studenti e delle studentesse, che non è mai stata finanziata e noi continueremo a lottare fino a quando il diritto allo studio non verrà garantito a tutte e tutti”.

 

Foto: Sarah Galmuzzi