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Arriva l’ok a sedie e tavolini sul sagrato di San Domenico Maggiore. Un via libera della Soprintendenza, dopo le polemiche di 2 anni fa. Un sì condizionato ad alcune prescrizioni: è autorizzata la presenza “esclusiva” di 5 tavolini e 4 sedie. Vietati altri elementi di arredo, come gli ombrelloni. Salvo eventi temporanei, per cui servirà un nulla osta straordinario. La precedente autorizzazione era stata sospesa. Ora è stata rimodulata, su istanza di una società, per il bar-ristorante “Dom”.

Per il sagrato dell’antico complesso, si concede l’occupazione temporanea di una porzione di 37,50 mq. Durata: 3 mesi rinnovabili. Il canone dovuto è di 1.330 euro. Il disco verde della Soprintendenza è giunto lo scorso 28 novembre. A dicembre è seguito il permesso del Servizio Cultura del Comune di Napoli. Il sagrato si trova su vico San Domenico Maggiore. È all’interno della struttura monumentale, ed appartiene a Palazzo San Giacomo. Un punto chiarito dal Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.

Secondo il Fec “il sagrato dell’edificio sacro, il foyer e la Cella di S. Tommaso non rientrano” nel suo patrimonio. Furono ceduti al Comune di Napoli, con atto del 23 giugno 1870. E un anno fa, una determina comunale ha stabilito alcune regole. “Per i locali che affacciano nel Sagrato – afferma l’amministrazione -, è possibile chiedere l’utilizzo dello spazio esterno per uso commerciale”. Nell’area è in atto un coordinamento dei soggetti presenti, anche religiosi. “Per poter attivare iniziative – spiegano lì – affinché lo spazio possa vivere in modo sostenibile, e diverso dal caos del centro storico”. E con sedie e tavolini.