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A inizio febbraio i residenti di Vigliena hanno visto rimuovere 500 grossi sacchi bianchi, “recanti i simboli di “rifiuti inquinanti” e “amianto””. Dalle prime notizie, sarebbe l’avvio della bonifica, nell’area destinata all’ampliamento del porto commerciale di San Giovanni a Teduccio. E ora reclamano “trasparenza”, ma anche “partecipazione” sulla procedura di risanamento. Le risposte, sinora, non sarebbero incoraggianti. Per questo lunedì 25 marzo (ore 10.30), la rete Stop Gnl di Napoli Est ha indetto un sit-in, sotto la sede di Barra della Municipalità 6. A preoccupare, anzitutto, è l’episodio definito dei “sacchi fantasma”.

Gli attivisti raccontano: “Mentre il personale era visibilmente coperto da capo a piedi con adeguata tuta protettiva, la popolazione residente nelle palazzine situate a pochissimi metri dall’accaduto non ha ricevuto alcun preavviso dell’operazione”. Gli addetti avrebbero rassicurato gli esterrefatti abitanti. Avrebbero, cioè, parlato di operazione “in sicurezza per i cittadini“. Peraltro, tutto sarebbe avvenuto “sotto la supervisione dell’Asl” riferiscono i presenti. Gli attivisti però hanno chiesto chiarimenti e accesso ai dati.

Lo scorso 14 febbraio si è tenuto anche un tavolo, con la partecipazione del direttore della centrale termoelettrica Tirreno Power, incaricata della bonifica, di presidente e vice presidente della Municipalità, e di una delegazione di cittadini. “Al termine dell’incontro – afferma la rete Stop Gnl – ci è stato promesso un regolare verbale firmato dall’Asl che certificasse che la rimozione del materiale è stata effettuata seguendo tutti i criteri di salvaguardia della saluta pubblica”. Tra le garanzie, inoltre, l’istituzione di “un tavolo di confronto e informazione sulla bonifica ancora da completare che vedesse coinvolti popolazione civile, Autorità Portuale e Tirreno Power”.

Da allora, tuttavia, l’iter non avrebbe preso la piega sperata. “A distanza di più di un mese e dopo invio di solleciti via pec agli organi competenti – sostengono gli attivisti – ancora nessun documento certificante la corretta rimozione del materiale inquinante e amiantoso è pervenuto ai cittadini”. In tale scenario, “la preoccupazione per la salute pubblica è ormai alle stelle e in tutto questo l’amministrazione resta dormiente”. Si invocano passi da Comune di Napoli e Municipalità 6, per “ottenere le informazioni richieste”. E i timori non sono finiti. C’è la seconda parte della bonifica, e “non si sa di chi è la competenza” dice una residente. Si tratterebbe di rimuovere i tubi della vecchia centrale elettrica. E anche qui non mancano ansie sul materiale da asportare. All’orizzonte, inoltre, grandi opere di cui si teme l’impatto ambientale. Il profitto, viceversa, “va solo a vantaggio dei privati”. Perciò i comitati torneranno in piazza.