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Le vibrazioni, e non c’entra la musica. A ballare, semmai, sono certi palazzi a San Martino. In via Morghen, il 21 febbraio si è aperta una maxi voragine. Due palazzi sono stati sgomberati. Ma da molto prima, le vibrazioni si avvertivano. Lo ripetono da giorni i residenti. Parlano del passaggio frequente di autobus, in un’area assai turistica. San Martino è uno scrigno di tesori: la Certosa, Castel Sant’Elmo. E poi il Belvedere, con vista mozzafiato sul golfo di Napoli. Tutto in pochi metri. Frotte di visitatori solcano la collina, sui mezzi pesanti.

Diversi abitanti segnalano le ondulazioni, per l’andirivieni di pullman. Puntano il dito contro la fragilità del suolo. Il crollo è stato un trauma, e genera paura, solleva sospetti. Dubbi magari infondati, chissà. Se qualche problema c’è, lo diranno i consulenti della Procura di Napoli. Sono al lavoro da due settimane, e dovranno pronunciarsi. Ma intanto, pure questi spettri aleggiano sulla voragine. E si sono ripresentati oggi, quando c’è stata una nuova protesta. A indirla la rete social No Box-Diritto alla città. Menziona la “pressione antropica” il geologo Riccardo Caniparoli, consigliere nazionale di Italia Nostra. “Il suolo di Napoli è diverso dalle altre città, è formato da pozzolane e pomici” ricorda. Il tecnico evoca “terreni vulcanici molto leggeri”. In pratica, “basta un po’ d’acqua e si spostano”. Il sottosuolo “è soggetto ad assestarsi sotto vibrazioni, e si abbassa”. Ecco perché, sottolinea Caniparoli, “se sul terreno poggiano le fogne, si spaccano. E non perché sono vecchie”. Le condotte fognarie sono sotto accusa fin dal primo giorno. Ma il geologo le assolve. “Ci sono fogne borboniche che funzionano perfettamente”. Caniparoli, semmai, tra le possibili cause indica “la pressione antropica, le vibrazioni prodotte dal traffico veicolare su strade non perfettamente lisce”. E cosa può accadere? “Autobus e camion quando prendono le buche, danno colpi molto forti, e vibrano i fabbricati ed il sottosuolo, che si compatta”. Da qui il passo è breve: “Le condotte si spaccano”.

 

Allora, Franco Di Mauro dei No Box torna a chiedere “monitoraggio e mappatura di sottosuolo e sottoservizi”. Ma gli attivisti, anzitutto, sono venuti qui “per dire ai cittadini che si devono autoorganizzare, non devono lasciare deleghe in bianco a nessuno”. Ai residenti, hanno distribuito il fac simile di una mail. L’invito è di inviarla a sindaco e prefetto, per esprimere le proprie rimostranze. “Le istituzioni sono assenti” attacca Di Mauro. Gli si contesta la mancata sistemazione per i circa 80 sfollati. Due giorni fa il sindaco Manfredi ne ha incontrato qualcuno a Palazzo San Giacomo. “Ci è stato detto – spiega Di Mauro – che a quel tavolo col sindaco di residenti ne è stato riconosciuto solo uno”. Ma più di tutto, si invoca un’inversione di tendenza. “Il Vomero ha dato segnali di fragilità e collasso inequivocabili” aggiunge l’esponente No Box. E quindi, chiede lo stop a vari progetti, dai parcheggi interrati alla stazione San Martino della funicolare di Montesanto. “Si elimina il verde, si costruiscono cemento, manufatti che – sostiene Di Mauro – determinano una impermeabilizzazione del suolo, causa vera del dissesto idrogeologico”. Anche qui, si attende il responso dei periti.