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Riaperta al traffico via Morghen, ma gli sfollati passeranno Pasqua lontano da casa. Al Vomero emerge la doppia faccia della voragine del 21 febbraio. I residenti di via Morghen 63 e via Solimena 9, circa 70 persone, sono da 40 giorni senza abitazione. Prima di rilasciare il Certificato di eliminato pericolo, restano da completare indagini tecniche. Non solo quella per la rimozione dei fanghi. C’è da controllare lo stato di alcuni tratti di fognatura del condominio. Il timore di un danneggiamento persiste, vista la copiosa fuoriuscita di detriti e fanghi, all’indomani del crollo stradale. Il controllo è necessario, per riattivare il servizio idrico, ancora sospeso. L’acqua, infatti, passerebbe anche per i condotti fognari interrati. Qualora vi fossero dissesti, potrebbe rientrare nel terreno. Le verifiche in corso puntano ad accertare l’assenza di perdite, all’interno del fabbricato. A redigere il Cep sarà l’ingegner Vincenzo Pagliarulo, incaricato dal condominio. Il tecnico dà appuntamento a metà della prossima settimana, a test ultimati. In assenza di intoppi, se ne saprà di più sul rientro dei residenti.

Intanto, l’assessore Edoardo Cosenza ha annunciato la riapertura al traffico di via Morghen. Si è “concluso il complesso intervento di Abc in seguito alla voragine” spiega. Ma sul sottosuolo cittadino non si esaurisce lo scontro. Altri rilievi al Comune di Napoli sono stati formulati dalla rete sociale No Box-Diritto alla città. Nel mirino la delibera di giunta del 28 marzo. Un atto di indirizzo all’Abc, per il monitoraggio della rete fognaria e del sottosuolo. “Nella migliore delle ipotesi – affermano i No Box -, darà i suoi frutti in un prossimo futuro”. La delibera, comunque, “è la naturale conseguenza della presa d’atto di una delibera di giugno scorso dell’ente idrico campano“. La rete No Box accusa l’amministrazione, viceversa, di trascurare “l’immediato”. Ad esempio, “assistenza e solidarietà ai cittadini danneggiati”. Non si riscontrerebbe, inoltre, “una attività ispettiva lì dove buche ed avvallamenti sono indicatori di ammaloramenti del sottosuolo“.

L’atto di indirizzo parla anche del cambiamento climatico, per l’impatto di eventi estremi sulla rete fognaria. “Ma intanto – osservano gli attivisti – la stragrande maggioranza delle caditoie sono otturate. Dove deve defluire l’acqua?“. La delibera ipotizza, tra le cause di danni, anche il traffico di mezzi pesanti. Per i No Box, ci sarebbe però una contraddizione: invece di vietare il transito di bus turistici, si è deciso di imporre loro una tassa. Come dire: passate pure, purché paghiate. Ma le perplessità non sono finite. “Nel prendere atto che si apre Via Morghen – aggiungono i No Box -, ci domandiamo come mai, ancora ieri mattina, un camion emungeva acqua dai cantinati di Via Solimena. Crediamo che la città abbia diritto di sapere“. Dubbi sono stati sollevati già giorni fa. Li ha tramutati in domande l’architetto Antimo Di Martino, tecnico della rete sociale. A Cosenza si chiede “quali sono, a suo parere, le cause dei copiosi allagamenti dei terranei del civico 63 di via Morghen e del sottostante civico 9 di via Soliména”. Dal Comune si invoca risposta anche su un altro nodo. Ossia l’intimazione di Palazzo San Giacomo al condominio di via Morghen 63, di procedere a proprie spese all’emungimento dell’acqua dai locali allagati. Operazione per la quale si sono dovuti “accantonare per le spese necessarie, già, 50.000 euro“. Non poco.

 

Il camion in via Solimena